Ryan Murphy racconta il killer che ha ispirato Hollywood nel terzo capitolo di Monster: La Storia di Ed Gein con protagonista Charlie Hunnam

Dopo Jeffrey Dahmer e i fratelli Menéndez, Ryan Murphy torna a scandagliare l’America più oscura con una nuova stagione della sua antologia Monster, questa volta la storia di Ed Gein. Un nome che a molti dirà poco ma che, di fatto, ha ispirato alcune delle figure più inquietanti del cinema e della TV – da Norman Bates in Psycho a Leatherface in Non aprite quella porta.
A interpretarlo troviamo Charlie Hunnam, l’ex Jax Teller di Sons of Anarchy, che nelle prime immagini della serie appare irriconoscibile nei panni del “gentile vicino di casa” del Wisconsin degli anni Cinquanta… con una fattoria che nascondeva orrori inimmaginabili.

La serie è disponibile su Netflix dal 3 ottobre, e racconta senza filtri la doppia vita di un uomo cresciuto tra isolamento, ossessione materna e psicosi. La sinossi ufficiale parla di “un nuovo tipo di mostro” nato dall’ossessione e dalla solitudine, capace di ridefinire per sempre gli incubi degli americani.
Chi era davvero Ed Gein
Nato nel 1906 in una fattoria isolata del Wisconsin, Gein fu cresciuto da una madre ossessivamente religiosa che gli inculcò l’idea che il mondo – soprattutto le donne – fosse peccaminoso. Rimasto solo dopo la morte di tutta la famiglia, si mantenne con lavoretti e sussidi fino al giorno dell’arresto, nel 1957, per l’omicidio di Bernice Worden.
La perquisizione della sua casa rivelò una scena da film horror: manufatti creati con pelle e resti umani, teschi usati come ciotole, maschere ricavate dai volti delle vittime. L’uomo confessò di dissotterrare cadaveri per costruire un “abito di pelle” con cui trasformarsi nella madre che idolatrava.
Ritenuto mentalmente instabile, fu condannato ma non giustiziato, passando il resto della vita in un ospedale psichiatrico. Morì nel 1984.
Dal 3 ottobre Netflix racconta la sua storia con il taglio tipico di Murphy: glamour e oscurità intrecciati in un racconto che promette di essere tanto disturbante quanto iconico.
