La storia delle Air Jordan con Nike coincidono con il racconto del più grande affare sportivo che ha dato vita alla scarpa più iconica di sempre

Storia delle Air Jordan - Neomag.

Netflix ha da poco trasmesso la docuserie di ESPNThe Last Dance”, che racconta l’ultima stagione della stella del basket americano Michael Jordan con i Chicago Bulls. Il documentario ha riportato alla ribalta il mito e il personaggio di Jordan e, con esso, ha riportato l’attenzione mondiale su quelle che, ancora oggi, sono considerate le scarpe più iconiche di sempre: le Air Jordan.

Pensate che, mentre veniva trasmesso l’ultimo episodio del documentario, sono state battute all’asta  da Sotheby’s le scarpe indossate dal cestista nel 1985.  Le Air Jordan 1 indossate nella prima stagione NBA con i Chicago Bulls sono state battute all’asta per una cifra record: ben 560mila dollari, ovvero 511mila euro.

The Last Dance ha quindi raccontato la storia di Michael Jordan da un altro punto di vista: quello di fenomeno globale che porta agli slogan pubblicitari  come: “It’s Gotta Be The Shoes” e “Be Like Mike”.

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Il rapporto tra la Nike e Michael Jordan

La Nike è sempre stata la principale sostenitrice di Michael Jordan. Il campione di basket ha firmato il suo primo accordo nel 1984, quando ancora mancava qualche mese al suo debutto sul parquet. Jordan fu infatti scelto dai Bulls con la terza scelta nell’NBA Draft del giugno 1984. All’epoca il colosso dell’abbigliamento sportivo gli versò la cifra di circa 1,3 miliardi di dollari, rendendolo così anche un’icona culturale.

Quello firmato dalla star dell’Nba, non è soltanto il più ricco accordo di sponsorizzazione mai realizzato, ma anche uno dei più grandi affari commerciali. Jordan ha infatti permesso alla Nike di non essere considerato più un marchio di secondo ordine, ma uno dei più grandi e più preziosi al mondo.

Non dobbiamo dimenticare infatti gli anni di cui stiamo parlando. Alla fine degli anni ’80 il logo della Nike non era affatto considerato come oggi, in cui è onnipresente. Adidas, infatti, attirava a sé il 50% delle entrate, Reebok era sulla cresta dell’onda (tant’è che nel 1987 era riuscita a superare i ricavi della Nike) e Converse era il marchio preferito dalle star della Nba: Magic Johnson, Larry Bird e Julius Erving.

Lo stesso Michael Jordan quando giocava all’Università della Carolina del Nord indossava proprio scarpe da ginnastica della Converse. Fu solo dopo essere stato ingaggiato dai Chicago Bulls che decise di affidarsi ad Adidas.

La storia delle Air Jordan

Il Brand di Air Jordan è stato coniato dall’agente di Jordan, David Falk. Fu proprio grazie ai suoi contatti con la Nike che Jordan accettò la proposta della società. Il Brand sportivo offrì a Jordan un accordo di cinque anni e un incasso di 500mila dollari l’anno, il triplo rispetto a qualsiasi altro affare che riguardasse qualsiasi sneaker Nba.

Tuttavia non è tutto oro quello che luccica. La prima scarpa firmata Michael Jordan-Nike fu bandita dall’Nba, perché non soddisfaceva gli standard di colore della lega. Ma la forza di un brand si vede anche in questi casi. Nike pagò la multa e approfittò dell’occasione per dare vita, nel 1984, a uno spot molto iconico, contribuendo alla nascita dell’alone di leggenda che circonda la Air Jordan 1.

“Il 15 ottobre Nike ha creato una scarpa da basket rivoluzionaria”, raccontava una voce mentre Jordan dribblava un pallone da basket. “Il 18 ottobre, l’NBA le ha messe fuori dal gioco. Fortunatamente, l’NBA non può impedirti di indossarle “.



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Il mito delle Air Jordan 1

MJ termina la Stagione NBA 1984/85 indossando la Air Jordan 1. Il modello è ai suoi piedi anche durante le poche partite della sfortunata Stagione NBA 1985/86, quella dell’infortunio al piede sinistro. Il colpo di scena arriva però nella prima serie dei Playoff 1986 contro i Boston Celtics, con Dio travestito da Michael Jordan e la definitiva consacrazione di un campione.

La risposta del mercato al lancio della Air Jordan 1 è stata fondamentale per consolidare il rapporto tra MJ e Nike. Spesso si racconta di come Nike si aspettasse di guadagnare tra i tre e i quattro milioni di dollari con la Jordan 1, finendo per raccoglierne, nei primi mesi, cinquantacinque. In soli 12 mesi accumulò poi vendite record: 100 milioni di dollari.

Più il marchio Jordan diventava grande e più Michael incrementava i suoi guadagni. L’anno scorso, per esempio, ha guadagnato soltanto dalla Nike 130 milioni di dollari, quattro volte di più rispetto a LeBron James, colui che, tra i giocatori attivi dell’NBA, ha in essere il contratto più remunerativo quando si parla di sneaker.

Michael Jordan Air Jordan - Neomag.

Il ritiro di MJ

Nel 1994 Jordan annuncia ai fan il suo ritiro. Nessuno però immagina che sarà il primo di tre e che ci sarà un ritorno trionfale. Anche Nike quindi si abbandona alle celebrazioni e lancia sul mercato le riedizioni delle prime tre Air Jordan: tra queste ci sono anche le Air Jordan 1 “Chicago” e “Bred”, che diventano così tra le prime Air Jordan Rétro di sempre.

Nel 2000 la carriera di MJ sembra finita un’altra volta. Un grande ritorno, altri tre titoli NBA e un secondo ritiro, la Air Jordan 1 è nuovamente protagonista di una serie di release che cambieranno per sempre il mondo delle sneakers. Tra il 2000 e il 2001 Air Jordan presenta le prime “Rétro +”, ovvero le prime colorazioni non originali di modelli vintage.

Diverse collaborazioni dopo, è nel 2011 la Jordan 1 inizia la sua transizione nel mondo della moda: sono gli anni di “Watch the Throne”Kanye West indossa spesso le sue “Bred” e “Royal” alle sfilate delle più importanti Fashion Week di tutto il mondo. Jay Z fa bella mostra delle sue “Bred” nel video di “Otis”.

Le collaborazioni di Air Jordan 1

In meno di dieci anni Air Jordan ha riproposto più volte diverse delle colorazioni originali della Jordan 1 e ha realizzato anche molti “instant classic” come la Shattered Backboard 1. Anche le collaborazioni con Travis ScottFragment Design e Virgil Abloh hanno contributo alla creazione del mito delle scarpe. Oggi la legacy della Air Jordan 1 è più forte che mai, soprattutto tra gli sneakerhead giovani che non hanno vissuto il momento più buio del modello.