E’ Periodo di Saldi in tutta Italia. Ma come essere un fashion addicted rispettando il pianeta e la sostenibilità? Te lo sveliamo noi in 1o consigli

Periodo di Saldi - Neomag.

Periodo di Saldi in tutta Italia. Chi prima, chi dopo tutte le regioni affronteranno uno dei periodi più amati dai modaioli di tutto il mondo. Ma, come fare per uno shopping sostenibile? Il vero consiglio, sicuramente, sarebbe quello di non comprare. Ma sappiamo che è impossibile. Quindi occorre qualche consiglio per ridurre gli impatti ambientali, per far si che anche noi possiamo contribuire all’immagine NUOVA della Moda.

Sappiamo che il 2020 è stato l’anno del resell e del second-hand, portando i siti di vintage al successo più sfrontato. La speranza è che tutte le riflessioni legate al tema della sostenibilità non siano solo affluenti di una tendenza in piena spinta da false correnti ambientaliste e mirata solo al consumo di prodotti diversi.

Con la Gen Z in prima linea, si è diffusa una sensibilità condivisa, portando molte persone a ridurre gli sprechi dell’iper-produzione e ad abbattere l’acquisto compulsivo di capi inutili, atteggiamenti tipici della società in cui viviamo.

Così per i saldi 2023 abbiamo deciso di aiutare i fashion addicted strizzando l’occhio non solo al futuro del pianeta, ma anche al futuro della moda stessa, rilasciando 10 consigli per uno shopping sostenibile.

1. Scegli Brand sostenibili

I marchi sostenibili, in Italia e all’estero, sono aumentati notevolmente negli ultimi anni. Le aziende di moda parlano di sostenibilità continuamente. Scegliere designer sostenibili significa appoggiare l’intero settore del green e della moda etica. Tra i vantaggi dati dall’acquisto di un capo realizzato da un brand sostenibile, ci sono l’eccellenza dei tessuti o dei materiali e la notevole durabilità del prodotto.

2. Prediligi il Vintage

Da una parte abbiamo la nuova generazione che cresce  mostrandosi sensibile alle tematiche sostenibili, dall’altra, invece, abbiamo gli abitudinari a cui risulta ancora difficile abituarsi ad acquistare capi e accessori di seconda mano. Il mercato dell’usato internazionale sta subendo una crescita esponenziale per i prossimi anni e, di conseguenza, i grandi retailer del settore investono sempre di più in nuove grandi iniziative, volte a facilitare l’approccio dei clienti alle dinamiche del second-hand di lusso e del vintage, come la quantità limitata di prodotti.

Il vintage risulta così essere una scelta etica e allo stesso tempo economica.

3. I migliori siti per il second – hand

I più famosi retailer online di second-hand sono senza dubbio DepopVestiaire CollectiveTheRealRealLampoo ed Heroine e, tra gli ultimi, anche Vinted.  Fra i big del lusso, invece, Net-A-PorterLuisa Via Roma e Farfetch. Alcuni store fisici molto conosciuti sono, per esempio, BivioAmbroeus e DMag a Milano e i negozi Humana in tutta Italia (e anche all’estero).

4. Pre-order

Gli e-commerce di lusso offrono la possibilità di acquistare i capi della stagione successiva in pre-order. In questo modo si aumenta la desiderabilità di un prodotto ma, soprattutto, induce il consumatore ad avere un approccio più ragionato all’acquisto stesso. Inoltre, permette ai buyer di acquistare per primi la giusta quantità di prodotti.

5. Leggere attentamente l’etichetta

Leggere le etichette e scegliere le fibre naturali. Prendere in considerazione la composizione del prodotto è diventato indispensabile, tuttavia, conoscere i nomi dei materiali, le sigle e le certificazioni scritte sull’etichetta è ancora difficile per il consumatore. In questo senso, le piattaforme online consigliate in precedenza sono molto utili.

6. Scegliere spedizione standard

La migliore modalità di spedizione è quella che riduce lo spostamento ai minimi termini e chilometri. Produrre un capo o un accessorio dall’altra parte del mondo e spedirlo, per la vendita, in Italia, ha determinati costi e implica notevoli sprechi; accelerare le tempistiche di spedizione può solo peggiorare la situazione.

7. Non esagerare con le richieste di reso

Nonostante gli item resi in ottime condizioni vengano rimessi in vendita dai brand e dai grandi retailer del lusso, l’aumento vertiginoso del numero di return implica varie problematiche. La domanda iniziale non corrisponde a quella reale e, di conseguenza, alimenta le difficoltà relative allo smaltimento dei prodotti. Insieme all’iper-produzione, ritornano gli effetti collaterali legati ai procedimenti coinvolti nella politica di reso; oltre ad accrescere le spese dei marchi, i processi di imballaggio e spedizioni contribuiscono all’inquinanamento ambientale.

8. Informarsi tramite i social

Scegli di seguire le influencer dell’informazione green, per esempio, sono @celinecelines@charlottesevensix e, in Italia, @silviastella.

Fra le migliori piattaforme di moda etica da consultare per vivere in modo più sostenibile spiccano Good On You Compare Ethics.

9. Vedere documentari, leggere libri

L’invito di Miuccia Prada, ormai diventato meme motivazionale della moda, è sempre valido. “The True Cost” è stato il reportage a tema fast fashion, etica e sostenibilità, più influente degli ultimi anni. Altri documentari consigliati sono “River Blue”“Minimalism: A Documentary About the Important Things” “The Machinists”; infine, due short film quali “Unravel: The final resting place in your cast-off clothing” e “Intrecci Etici – La rivoluzione della moda sostenibile in Italia”.

“Fashionopolis: The Price of Fast Fashion and the Future of Clothes” è il libro definitive sull’inquinamento causato dall’industria della moda.

10. Comprare meno

Oppure non comprare. Diciamoci la verità, nessuno ha davvero bisogno di moltissime T-shirt di Zara, tutte fondamentalmente uguali. Piuttosto, la scelta giusta sarebbe quella di investire la stessa cifra anche solo in un capo realmente sostenibile. È importante non cadere nella trappola dei fast fashion.