Gli addii insegnano sempre qualcosa.

Ti insegnano che l’amore non è una campana di vetro sotto la quale proteggersi dalle insidie della vita, ti insegnano che l’affetto non è una garanzia e che tutte quelle cose che avevi interpretato come promesse irrefutabili e inestinguibili non sono contratti a tempo indeterminato (per fortuna o per sfortuna?) ma semplicemente, se semplice può essere definito tutto ciò, un’epoca.

Parlo di ‘epoca’, in questo caso, riferendomi alla sua accezione etimologica, quella greca che interpreta il sostantivo in questione con la seguente definizione: punto di fermata.

 

Punti di fermata, a ognuno il suo… o i suoi.

 

Chiusa una porta si apre un portone, questo secondo la saggezza popolare, che anche se fosse un luogo comune, alla fine, per resistere tutto questo tempo, il suo riscontro positivo l’avrà avuto.

Dunque, chiusa una porta si apre un portone, morto un Papa se ne fa un altro e ha fatto storia ma è finita un’epoca. Si ok, ma come la mettiamo con tutta la paccottiglia accumulata mentre eravamo fermi a questo ‘idilliaco’ punto di fermata?

A questo ha pensato la coppia di artisti croati Olinka Vistica e Drazen Grubisic , i due infatti, in seguito alla rottura della loro storia d’amore, iniziarono ad organizzare delle esposizioni itineranti di oggetti accumulati durante il periodo passato insieme.

Oggi esiste un vero e proprio museo permanente ubicato nello splendido palazzo barocco Kulmer nel centro storico di Zagreb .

Il museo dal nome inequivocabile, Museum of Broken Relationships, per l’allestimento dei suoi spazi ha adottato una formula oramai abbastanza diffusa ovvero quella collaborativa: tutti gli oggetti  sono donazioni per lo più anonime, che non necessariamente debbano avere una valenza artistica.

Di fatto l’unica caratteristica che accomuna tutti questi manufatti è il valore emozionale attribuitogli nel corso della ‘loro epoca’ oramai terminata, residui di un amore o di un affetto del quale molto probabilmente i nostri donatori vogliono far conoscere la storia mettendo in mostra la ‘roba’ che ha popolato questo significativo pezzo di vita.

Il museo offre insomma la possibilità di non soccombere ad un collasso emozionale, dando l’opportunità di creare una vera e propria personale basandosi su un concetto di arte che abbraccia la tesi scientifica secondo la quale le cose rimangono sempre e comunque l’ologramma di un ricordo o di un’emozione. L’intento è creare uno spazio di memoria sicura o memoria protetta al fine di preservare il patrimonio materiale e immateriale di qualsiasi tipo di relazione finita.

La buona notizia è che il settimanale LA Weekly ha da pochi giorni annunciato l’apertura a Los Angeles  di una succursale del Museum of Broken Relationships e che quindi siete ancora in tempo per creare la vostra personale esposizione di archeologia sentimentale, basterà partecipare alla  Call for objects iscrivendovi alla lista donatori.

Il museo inaugurerà a maggio sull’Hollywood Boulevard al civico 6751 ma non preoccupatevi, verrà arricchito costantemente e quindi avrete tutto il tempo per diventare i prossimi benefattori.

Claudia Melchiorre