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Lo stile y2k: la nostra è un’epoca che vive nella nostalgia

Lo stile y2k è tornado in voga: ma si può avere nostalgia di un periodo che non si è vissuto? Secondo la moda la risposta sarebbe si

Avevamo accennato a un ritorno dello stile anni 2000, ma lo spoiler del nuovo libro di Britney Spears, il reboot di Scary Movie, il ritorno dei Bennifer e dei flip phones, il cooking show di Paris Hilton su Netflix, KK che scherza sul suo sex tape al Saturday Night Live, e tantissimo alto l’hanno confermato.

E’ evidente che si tratta di un fenomeno più complesso. Blumarine ha cavalcato l’onda presentando per la collezione SS22 miniabiti arruffati, cinture stravaganti, jeans a vita bassa, tanta pelle scoperta, fantasie infantili dichiarando:

“il mio Blumarine più sporco, più stronzo, più sexy“ questo è ciò che dichiara Nicola Brognano.



Il ritorno degli anni 2000

Coloro che sono nati nel 2000 sono i veri pionieri della tendenza, considerando che  già un anno fa su TikTok indossavano jeans a vita bassa e top realizzati con sciarpe di seta, emulando lo stile da strada e le acconciature di Bella Hadid e Dua Lipa. Gli hashtag più famosi con 500 milioni di visual sono 2: #Y2kAesthetic e #Y2kFashion, non solo su TikTok ma anche su depop “Y2K” è diventato un hashtag rinomato fra i più giovani. Sembra un’assurdità che lo stimolo venga da una generazione che di quegli anni ha ricordi indefiniti, dove addirittura era mamma a vestirli per andare a scuola.

L’assurdità si unisce alla pazzia quando si paragonano i valori di quegli anni con quelli della nuova generazione, decisamente poli opposti della generazione anticonformista del #metoo. La decade degli anni 00 nasconde “dietro le quinte”  tragici, come l’inquietudine della cultura delle celebrità, le bislacche molestie dei paparazzi, rom-com e sitcom basate sull’ideale che l’eterosessualità fosse l’unico orientamento sessuale normale e nelle credenze popolari e di liberazione sessuale, un racconto schematico della comunità LGBTQ+ – come nella polarizzazione “gay buono/gay cattivo” di Will & Grace.

Crescere negli anni ’00

Per tutti coloro che negli anni ’00 ci sono cresciuti, rammentare gli anni 2000 risponde al fabbisogno di trovare qualcosa di rasserenante e meno oppressivo della cruda realtà post-pandemia.
In un’epoca in cui regnava la convinzione che tutti potessero diventare astronauti o calciatori, che l’America era Dawson’s Creek, Friends e The O.C., e ancora il logo Disney Channel, le liti insensate di Keeping Up with the Kardashians, le battute politicamente sgarbate di Paris Hilton, le pose di Lindsay Lohan in Mean Girls.
Un contesto decrepito  lontano, ma allo stesso tempo  familiare, che innescherà nostalgia in un globo dove  nessuno può permettersi quella audace leggerezza che si fece cultura pop.

La Gen-Z e gli anni 2000

Invece, per la Gen-Z viene recuperata un’epoca storica tirando fuori l’apparenza, rendendo cupo tutto il sistema di valori e virtù che c’è alle spalle, è un’impresa che soltanto la prima generazione di nativi digitali poteva innescare, in parte perché riabilitare una cultura così violenta in tempi di “veglia” può farlo solo chi di essa vive.
Dal 2000 a oggi sono passati circa 20 anni, affinché questo tipo di estetica sia siglata in modo sufficiente da diventare una tendenza e perché Kylie Jenner si vesta da Christina Aguilera per Halloween o che Versace rilanci l’iconico Jungle dress di JLO, ma anche abbastanza perché ci si renda conto della velocità terrificante a cui stiamo vivendo i nostri giorni.

Se fossero i Millennials o i GenX a ripensare alla loro di infanzia, vedrebbero un distacco fenomenale relazionato al presente, fatto di tendenze esaurite sul nascere e di nuove tecnologie che sostituiscono quelle vecchie alla velocità della luce, è un dato di fatto che non abbiamo il tempo di vivere il presente, che ci troviamo già nel futuro, in un angosciante e frenetica corsa verso un traguardo che non sembra neanche così promettente.

Sembra che la realtà vada troppo veloce non abbiamo il tempo di viverla a pieno che ci troviamo già immersi nel futuro.

“Can’t go to work today we are tired, I think we might quit the job, bye gorgeous.”

Afferma Paris Hilton al telefono in un episodio di The simple life, il programma che ha visto protagoniste l’ereditiera dal 2003 al 2007 insieme a Nicole Richie. Forse c’è invidia verso una generazione, che nel 2000 aveva 20 anni e che viveva la propria gioventù nel pieno della felicità, in un mondo in cui pensare ad un futuro positivo era ancora possibile.

Poi la crisi economica nel 2008, il crollo delle torri gemelle nel 2001, il disastro ambientale che incedeva indisturbato, sembrava l’inizio della fine.
E ora eccoci qui, vivi e vegeti, a sperare di colonizzare la luna per poter invecchiare in pace.

Allora, a differenza di tempi su citati, ci rifugiamo nel passato, perché il futuro non sappiamo neanche immaginarlo.

Di |2022-08-04T12:06:12+02:00Gennaio 27th, 2022|#Fashion|

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