Si sa, non sempre i sogni possono soddisfare le esigenze delle proprie tasche. Ma ci sono casi in cui pochi fortunati, hanno fatto dei propri sogni e delle proprie idee veri e propri imperi multimiliardari, partendo praticamente dal nulla. Steve Jobs dal proprio garage ha fondato la Apple Inc., Mark Zuckerberg, da una camera del più classico dei college americani, ha fondato Facebook Inc.

Esempi di imprenditoria self made maschili. Ma se vi dicessi che una ragazza ha fondato il suo personale impero con la sola passione per la moda e per gli abiti?

È il caso di Sophia Amoruso, fondatrice e CEO di Nasty Gal, sito dedicato alla vendita online di abbigliamento femminile, che in pochi anni è diventato faro di stile per milioni di visitatori da ogni parte del mondo. Americana, nelle sue vene scorre anche sangue greco, vittima della precarietà del lavoro (Eh si… anche in America il lavoro è precario) e immersa nel turbinìo della mobilità e delle incertezze che questa comporta, per sbarcare il lunario, comincia a vendere su E Bay abiti vintage.

Fa tutto da sola: sveglia alle 06.00 del mattino; fotografa i suoi abiti; carica le foto su internet; scrive sul sito; impacchetta gli abiti; programma le spedizioni per i suoi clienti. Giorno dopo giorno questa ‘personale’ catena di montaggio fai dai te si trasforma in un’ impresa on line da 100 milioni di dollari, con 350 dipendenti. Sophia Amoruso è un mix di stile e naturale propensione verso l’estetica, un’estetica vagamente vintage, arricchito da ‘tenacia irresistibile’ e spirito imprenditoriale, che diventano, essi stessi, accessori immancabili della personalità dell’Amoruso

La vita non è trovare se stessi; la vita è creare se stessi… guardando quello che fanno gli altri, sempre troppo affascinati dalle vite altrui, invece di impegnarsi a costruire la propria vita. Spero che la mia storia aiuti a capire ce possiamo essere artefici del nostro debito’.

Le parole della giovane imprenditrice, tratte dal suo libro, #GirlBoss. Come ho creato un impero commerciale partendo dal nulla’, uscito qualche mese fa, ritraggono una Sophia concentrata su stessa e suoi suoi obiettivi, sul suo lavoro, sicura delle sue capacità e certa che un giorno, presto o tardi, ce l’avrebbe fatta.

È l’esempio lampante dell’atteggiamento ‘quando il lavoro non c’è allora createlo da solo’. Ah,  perché chiamare poi il suo ‘impero’ Nasty Gal? Beh Nasty Gal è il titolo dell’album della cantante funk e soul Betty Davis del 1975, metafora delle ‘donne cazzute’, come ama definirsi Sophia Amoruso

Luigi Frajese

In collaborazione con Tania Stendardo