Un genere di intrattenimento o un fenomeno “al femminile”? Guardare il true crime è una certezza tra i contenuti preferiti dalle ragazze, ma perché non riusciamo a farne a meno?
Finalmente è sera! Cosa guardiamo prima di andare a dormire? Non importa, basta che sia un bel crime!
Quante volte abbiamo partecipato a una conversazione come questa? Guardare il true crime è ormai il genere di riferimento per le giovani donne che cercano una storia appassionante e spaventosa. Vittime fatte a pezzi, cadaveri sepolti sotto terra, assassini carismatici e deviati sono l’ideale per una serata in relax con una pizza e una Coca Cola fresca. Ma perché siamo così attratte dai serial killer?
Tutti pazzi per il true crime
Serie tv, romanzi, film e video su Youtube, il true crime è ovunque e ha conquistato in brevissimo tempo le principali piattaforme digitali. Basta pensare al successo di serie tv made by Netflix, come Dahmer di Ryan Murphy o Mindhunter, i podcast di taglio giornalistico come Indagini di Stefano Nazzi e i video di content creator da milioni di views come Elisa True Crime, che ripercorrono, in modo più o meno romanzato, i casi di cronaca più famosi e sanguinosi della storia.
Il fascino criminale di Ted Bundy, la setta di Charles Manson, Jeffrey Dahmer e i suoi macabri rituali: le storie dei serial killer non passano mai di moda e continuano a registrare picchi di interesse in un pubblico di tutte le età, diventando un genere di intrattenimento a tutti gli effetti.
Perché ci piacciono tanto?
Entrare nella mente del killer ci ossessiona; vedere le zone d’ombra della psiche umana, le perversioni e i dettagli più violenti ci appassiona in modo morboso. È voyeurismo vero e proprio, fascino per il diverso e il malato di cui vogliamo osservare ogni aspetto nel tentativo di capire cosa succede dentro la mente di un uomo, senza nessun tipo di identificazione.
Quello che appare come un fenomeno eterogeneo, in realtà, sta delineando pian piano un suo target definito, formato soprattutto dalle giovani donne. Come mai?
Un fenomeno “al femminile”
Sono le giovani donne le principali consumatrici di contenuti true crime? Sembrerebbe di sì. Le ragazze sono attratte dalle storie dei killer, soprattutto quando si parla di aggressioni e violenza contro le donne. Quali sono le ragioni?
Alla base di questa tendenza potrebbe esserci una sorta di identificazione e solidarietà femminile nei confronti delle vittime, che spinge le spettatrici a sviluppare un legame di empatia tale da osservare come delle amiche, delle sorelle le sorti della persona aggredita.
Non è tutto: analizzare l’omicidio, i segnali lanciati dal killer, il contesto sociale raccontato dall’host o dal narratore, aiutano a riconoscere le situazioni similari che vivono quotidianamente e evitarle esercitando una forma di controllo che le fa sentire al sicuro.
Una questione di etica
L’ossessione per il genere true crime ha inevitabilmente attirato le preoccupazioni sull’effetto che questi contenuti possono avere sugli spettatori. È etico trasformare le storie di violenza in show televisivi? È un dibattito che ancora oggi non ha trovato la sua conclusione, e vede le famiglie delle vittime, soprattutto, a implorare il rispetto e il silenzio verso le proprie tragedie famigliari.
In questo, incide anche il modo in cui ogni storia viene raccontata: quali aspetti sono eccessivamente romanzati, quanto si insiste sui dettagli morbosi e macabri.
Gli effetti sulle giovani spettatrici possono essere più forti del previsto: la dimostrazione esasperata della violenza carnale e delle depravazioni non solo possono impressionare il pubblico in maniera profonda, ma rischiano di distorcere la sua percezione della realtà e del pericolo. Quelle persone che vedo dietro a un albero o su una panchina, vogliono farmi del male? O sono spinta a crederlo anche su base inconsciamente razzista?
Il confine tra fantasia e realtà diventa labile e aumenta il pericolo percepito, trasformando ogni estraneo in un potenziale aggressore. Come si può evitare questo condizionamento nel guardare il true crime?
Una soluzione è possibile
Scegliere prodotti di qualità, contenuti con un approccio giornalistico e informativo, accurato e sobrio, è la scelta migliore per mantenere un distacco dalle inquietudini e osservare le vicende di cronaca con razionalità. Prendere le distanze dai dettagli romanzati ci permette di mantenere la lucidità e a contestualizzare la vicenda nel modo corretto.
Ognuno di noi ha una sua sensibilità e dei trigger warning che ci rendono più suscettibili su determinati temi: allontanarsi dalla visione di contenuti che turbano la nostra serenità è sempre una buona idea e, se proprio non riusciamo a farne a meno, possiamo convincere un’amica a raccontarci tutta la storia.