Le serie tv di oggi danno molta attenzione allo stile. La trama nello stile, infatti, è quello che anima davvero gli episodi grazie ai costumisti

la trama nello stile - neomag.

Chi non ci ha fatto caso mente. Siamo ben lontani dall’affermazione ‘L’abito non fa il monaco‘, soprattutto nelle serie tv. I personaggi, le relazione e, sempre più+ spesso la trama, vertono principalmente sullo stile che il costumista impartisce. La trama nello stile è un dato di fatto. Pensate che nel 1962 Vittorio Caprioli risolse l’allora cavilloso problema del coming out di uno dei suoi personaggi in poche battute: la protagonista Delia (Franca Valeri), rivolte all’appena ritrovato fratello Claudio (Fiorenzo Fiorentini), accorso alla stazione per accoglierla con una chioma tanto cotonata quanto inattesa: «Ma che sei tinto?»; «Sì»; «Ma che fossi…?«; «Sì»; «Ah, no ’o sapevo».

Scrittura cinematografica

Le serie tv, così come i film, sono immagini in movimento e sanno bene come utilizzare styling, make-up e hair styling non solo per delineare le caratteristiche identitarie dei personaggi che raccontano, ma anche le svolte narrative nelle loro vite, soprattutto quelle interiori.

Le serie tv, con tempi di gestazione notevolmente più rapidi, sono state capaci di intercettare idee e desideri e dar loro un volto, un carattere e uno stile. In questo modo il pubblico riconosce e si identifica nel personaggio, lo imita, comprando gli stessi vestiti, acconciandosi nello stesso modo, usando le stesse espressioni.

Nella trama lo stile dei personaggi, oltre a generare emulazione nei fan, è un elemento necessario alla scrittura stessa della trama. Una parte necessaria per la sua costruzione attoriale. La stessa icona Meryl Streep sostiene che metà del lavoro per costruire un personaggio lo fanno i costumi.

Serie moderne

Nella serie Suits, ad esempio, il giusto valore per gli abiti è stato dichiarato già nel titolo. Già lì si esplica tutto il desiderio di appartenenza, dell’ambizione sociale e del potere che un certo status incarna.

La costumista della serie, Jolie, ha dichiarato che tutto questo è stato reso evidente dalle evoluzioni negli armadi dei personaggi di Mike e della segretaria Donna. Entrambi cambiano look in base alla loro ascesa, ai bonus percepiti, alle ipotetiche ore di straordinario per cui potersi permettere un tacco o un abito fino a quel momento economicamente inarrivabili. Altro caso interessante, e più recente, è quello di Grace Fraser, il personaggio interpretato da Nicole Kidman in The Undoing, per cui Signe Sejlund, la costumista, ha cercato abiti che specificassero l’agiato ceto sociale e la forte personalità lunare. Kidman si mostra rossissima, proprio come ai suoi esordi, e indossa lunghi abiti e cappotti dai toni di olii e petroli che descrivono perfettamente tutte le sfumature del suo turbamento emotivo.

Le serie in costume

In Sex Education, invece, lo stile doveva descrivere e rappresentare perfettamente la Generazione Z, senza canoni estetici con lo scopo di abbattere gli stereotipi, il patriarcato e la mascolinità tossica come accade invece in Euphoria, dove la costumista Heidi Bivens ha dichiarato di aver usato una sorta di tavolozza di armocromia in base allo sviluppo dei personaggi.

Come non citare la questione Bridgerton? Grazie alla serie in costume si è verificato un aumento esponenziale di ricerche online per i corsetti (più 123 per cento) e per gli abiti in Stile Impero. Non per tornarsi a vestire come nella Belle Époque, quanto forse per cercare nei codici comportamentali del passato gli elementi per costruire una sorta di nuovo galateo del corteggiamento in quel FarWest che ormai è diventato il mondo del dating, quasi tutto tramite app, e carico di ghosting, catfishing e molti alti spiacevoli gerundi anglosassoni.

Come non citare in materia di trama nello stile la mitica Sex and the city, con la sua Sarah Jessica Parker nei panni di Carrie che ha dettato legge alle donne per anni. O ancora il ritorno allo stile anni ’80 causato dal successo Stranger Things, o ancora la moda parisièn di Emily in Paris.

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