Siamo ai confini tra artigianalità e serialità, in quel margine che denota il fenomeno del ‘craft Industriale.’ Andrea Scarpellini osserva a pieno questa nuova dimensione progettuale, dal design alla grafica, dall’illustrazione alla comunicazione, un background ed un eclettismo mutuato da preziosi coworking e collaborazioni. Il segno autoriale del designer sfiora marchi del calibro di Fiat, Diesel, Bialetti giungendo ad esperienze con serie animate come Lupo Alberto ed il film “La Gabbianella e il Gatto’. Andrea Scarpellini nasce a Cuneo e nel 1998 consegue la laurea presso lo IAAD, Istituto d’Arte Applicata e Design di Torino. Dopo l’esperienza formativa di tre anni come ufficiale in Aeronautica Militare decide di seguire la propria indole creativa.  Andrea è attualmente direttore artistico di EticoDesign e noi di Neomag abbiamo la  possibilità di conoscerlo per carpirne qualche curiosità…

 

Prima ufficiale in Aeronautica poi designer, oggi qual è il migliore aggettivo per descrivere Andrea Scarpellini?

L’Aeronautica mi ha insegnato il rispetto delle regole, delle persone e dei ruoli… ma mi ha anche fatto capire che io, un ruolo solo, non lo posso e non lo voglio ricoprire. Nel mio mestiere sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli: prima il cinema d’animazione poi il design (product, car, furniture) e ancora arte, moda, illustrazione. Forse ‘eclettico’ sarebbe l’aggettivo giusto ma lo trovo un termine un po’ snob. Penso a me stesso più come ad un coltellino svizzero quindi: ‘multifunzione’.

Esiste un tuo prodotto che ha rivoluzionato radicalmente il tuo modo di fare arte e design?

Non c’è un prodotto che mi abbia stravolto gli schemi. I miei progetti sono uno diverso dall’altro. Cerco di cambiare il mio ‘modo’ di fare arte e design da progetto a progetto.  Se dovessi pensare ad un prodotto che abbia segnato in qualche modo il mio percorso quello è: BodyBì.  L’oggetto attualmente è prodotto in cartone da EticoDesign. Nato inizialmente per essere realizzato in polietilene con stampo rotazionale, è il primo oggetto di cui ho realizzato personalmente il prototipo (in vetroresina) ed è quello che ha dato il via alla mia esperienza di autoproduttore.

Raccontaci brevemente del progetto EticoDesign ed in particolare di Clochard, a nostro avviso una straordinaria intuizione.

Clochard è un’idea veramente recente, come tutto il progetto EticoDesign. Quando posso inserisco una chiave ironica e ludica nei miei progetti. Trovo fondamentale creare un legame tra nome e prodotto. Il nome dell’oggetto deve identificare immediatamente l’oggetto stesso. Il binomio tra letto in cartone e Clochard è immediato. Il cartone è visto come un materiale povero ma con le sue molteplici doti (leggerezza, ecosostenibilità, versatilità) risolve tante problemi! Proprio come un pezzo di cartone per strada ha la capacità di salvare la vita ad un senzatetto.

 

Il cartone è il materiale che ad oggi sintetizza a pieno la tua figura di progettista, su quale altro materiale riterresti possibile trasferire altrettanta attenzione?

In realtà il cartone è solo uno dei materiali sui quali attualmente focalizzo la mia attenzione. Sono attirato da tutti i materiali riciclati e riciclabili. Quando ho deciso di avvicinarmi al mondo del design ‘artigianale’, i primi che hanno catturato il mio interesse e la mia passione sono stati: legno e metallo.

Ogni progettista o creativo che si rispetti vive di manie ed ossessioni ( nel senso positivo del termine), le tue?

Beh! Io mi definisco un accumulatore compulsivo alle prime armi. Quando posso recupero oggetti abbandonati e in particolare non permetto agli artigiani con cui lavoro (per questo mi odiano) di buttare gli scarti di lavorazione. Ho comprato un furgone apposta per essere sempre pronto a caricare un tesoro inaspettato.

Un’icona a cui ti ispiri?

Non voglio far venir giù i fulmini perché il paragone sarebbe impietoso, ma l’artista e designer più bravo e completo di tutti i tempi per me resta Leonardo da Vinci... io intanto mi sto facendo crescere la barba.

 

Domenico Tammaro