Idolatrate come dive e affascinanti come modelle. Sono le It girl, icone fashion della moda prêt-à-porter che hanno conquistato le pagine delle grandi riviste. Ma è ancora così?

it girl - neomag.

Le abbiamo viste sui principali magazine, ne abbiamo imitato lo stile e le movenze, abbiamo sognato di essere come loro. Non chiamatele influencer, le It girl sono molto più di questo: magnetiche e seducenti, con un aspetto iconico e dal fascino irresistibile, queste piccole stelle inconsapevoli brillano tra le pagine delle riviste più amate, ammaliando i lettori con il loro stile unico e una bellezza fuori dal comune.

L’originalità prima di tutto: le It girls non vestono propriamente con capi all’ultimo grido, ma sono loro stesse a dettare le nuove regole di coolness, creando tendenze e modi originali di interagire con la moda, incarnando alla perfezione lo spirito del tempo. Grandi e piccoli brand, capi di haute couture e outfit da-tutti-i-giorni, si alternano nei guardaroba delle “ragazze da copertina” che, con la loro spontaneità, invitano tutti a invidiarle e imitarle, dando prova che la bellezza non viene dai pezzi firmati ma dalla personalità di chi li indossa.

Spregiudicate e raffinate, affabili e sfuggenti allo stesso tempo, il fascino delle “idole” delle riviste risiede proprio nella loro dualità di persone comuni e dive irraggiungibili, che permette loro di fuggire dalle categorizzazioni e di catturare gli sguardi senza mai lasciarli andare. E loro sanno bene come attirare l’attenzione: anche nei momenti quotidiani, per una colazione in centro o un pomeriggio di shopping sfrenato, bastano pochi passi perché la strada calpestata si trasformi in una passerella esclusiva in cui ogni mossa può regalare degli scatti mozzafiato.

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Con un forte spirito irriverente e i capelli sempre in ordine, le ragazze cool di tutto il mondo hanno saputo incarnare nel corso dei decenni le aspirazioni di ogni generazione di giovani donne, lasciando man mano il testimone alle nuove arrivate e alle loro differenti personalità. Ma chi sono state le first ladies del fenomeno It?

Evoluzione della It girl: da Clara Bow a Chloë Sevigny

Sono gli anni Venti quando la prima vera regina della bellezza innata sale al trono del fashion. È in questo periodo infatti che cominciano a delinearsi più nitidamente i contorni del fattore It: un innato charme che colpisce e conquista con un solo sguardo, senza una ragione apparente. Un importante contributo allo sviluppo del concetto arriva dalla scrittrice e sceneggiatrice Elinor Glyn, che nel suo libro It and Other Stories lo definì “la qualità, posseduta da alcune persone, che attira tutti con la sua forza magnetica”, tratteggiando in modo chiaro l’archetipo astratto di una seduzione non ostentata.

A dare corpo a questo rivoluzionario modello femminile sarà, nel 1927, Clara Bow, protagonista dell’adattamento per il grande schermo di It (Cosetta è il titolo in italiano) in cui la diva hollywoodiana veste i panni di Betty Lou, una giovane donna di umili origini dotata di quel certo non so che, irresistibile per chiunque le stia intorno. Il suo aspetto naïf, un’attitudine da maschiaccio e il fascino da femme fatale, hanno in breve tempo consacrato l’attrice come un’icona fuori dal tempo, diventando a tutti gli effetti l’antesignana delle It girls.

Ma non è tutto. Il look elegante e sensuale che la trasformò nella perfetta incarnazione di una flapper, fu reso ancora più stuzzicante dal vissuto tormentato e dai continui scandali che aggiunsero alla sua immagine da vamp i contorni di un perturbante enigma vivente.

Questo mix di estrosità estetica e charme impenetrabile si rivelerà vincente anche per le future stelle dei magazine che si sono passate lo scettro nei decenni successivi. Indimenticabili i look della factory girl Edie Sedgwick, amica di Andy Warhol e simbolo di uno stile underground e anticonformista, che scosse la moda degli anni Sessanta con i suoi capelli corti, il massiccio uso di eyeliner e gli orecchini chandelier nonché una buona dose di trasgressioni, dalle scorribande con l’artista della Pop Art ai piccoli atti di ribellione, come mangiarsi le unghie o togliersi il reggiseno e mettersi a ballare attorno ad un palo.

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Una nuova concezione di femminilità

L’arrivo dei tempi moderni porta sulle pagine dei magazine una nuova concezione di bellezza e femminilità, che trova nella diciannovenne Chloë Sevigny la sua musa ispiratrice. Incoronata regina di stile nel 1994 da un articolo del New Yorker, la giovane star dagli outfit eccentrici e un’espressione di sfida verso le regole del glamour, ha aperto, con il suo aspetto inimitabile, la strada alle It girls degli anni Duemila, le ultime che possono vantare questo appellativo.

Eleganti e raffinate come Alexa Chung, ribelli e trasgressive come Lindsay Lohan, le ragazze del nuovo millennio hanno accompagnato il fenomeno fashion verso il suo tragico epilogo, ormai sempre più abusato dalla stampa del settore e ridotto ad una squallida sfilata di eccessi e provocazioni in cui la moda e l’iconicità non trovano più il loro spazio.

Ad un secolo di distanza dalla prima diva dell’It, possiamo posare un velo sopra le spoglie delle dame che hanno fatto sognare le ragazze di tutto il mondo, e rassegnarci alla conclusione di questa storia sfavillante di look mozzafiato e vite da palcoscenico. Ma niente lacrime, una nuova stella splende all’orizzonte e si fa chiamare That girl.

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Bye Bye It girl, il futuro è un lifestyle sano e virale

Addio alle mise estrose, alla creatività, all’anticonformismo, le nuove ragazze cool non si propongono più come delle icone di una moda alla portata di tutti, ma offrono alle giovani fan adoranti dei modelli di vita ben impacchettati e lucidati, pronti per essere replicati. Sono le That girls, discendenti delle regine da copertina che hanno lasciato le pagine dei magazine intasando gli schermi dei cellulari, abbandonando il fascino degli eccessi a favore di un’estetica più di conforto.

Siamo influencer, oltre ai vestiti c’è di più: il guardaroba non è più il linguaggio prediletto per comunicare il proprio modo di essere; il motto delle idole moderne è trovare la bellezza interiore, imparare a valorizzarla ed accettarsi così come ci si vede, senza nascondere i propri difetti. TikTok, Instagram, YouTube, sono i canali preferiti dalle dive del lifestyle, attraverso cui condividono ogni aspetto della propria quotidianità, da una sana colazione ai migliori esercizi di fitness per un fisico in salute, instaurando come mai prima d’ora un rapporto diretto con ammiratori e ammiratrici diventando dei modelli d’ispirazione a 360°.

Se da un lato il fenomeno That ha portato un superamento netto del concetto di fashion come fattore estetico e dal sapore provocatorio, sembra che la sfrontatezza delle It girls e la forza creatrice dirompente che dava voce a personalità e caratteri diversi, sia stata soppiantata da uno stile omogeneo, piatto e interscambiabile che lascia poco spazio all’individualità.

Dominatrici dei trend, volti senza imperfezioni, promotrici di brand di beauty, le That girls contemporanee hanno creato con le loro stesse mani delle piccole prigioni dorate in cui ogni elemento della giornata è enfatizzato e condivisibile con la community e segue le regole prestabilite delle tendenze social. Stories motivanti, video di balletti e prodotti da sponsorizzare, soffocano ogni possibilità di avanguardia e tessono una rete infinita di vite anonime e “plastificate” in cui ogni aspetto deve essere virale e vendibile.

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Chissà cosa penserebbero le dive d’altri tempi del clan Kardashian-Jenner, delle sorelle Gigi e Bella Hadid, di Hailey Bieber: volti e corpi omologati ad uno standard unico, fatto di pose e scatti sempre uguali. Lasceremo che sia la stessa Clara Bow a offrire uno spunto di riflessione.

“Eravamo unici. Facevamo ciò che volevamo. Stavamo svegli fino a notte fonda e ci vestivamo come più ci piaceva. Percorrevo Sunset Boulevard sulla mia Kissell decapottabile con parecchi Chow Chow rossi che si abbinavano al colore dei miei capelli. Al giorno d’oggi si sta molto più attenti allo stile di vita e si salvaguarda la salute. Ma noi ci divertivamo decisamente di più”.