Once Upon a Time… in Hollywood è un film che parla di “tutto il mondo” del regista americano: dalle strade di Hollywood al “c’era una volta” dei classici

once upon a time in... hollywood - neomag.

Once upon a time… in Hollywood è l’ultimo film di Quentin Tarantino che, tuttavia, non sembra di Tarantino, uno dei più estrosi registi e più completi sceneggiatori dell’ultimo ventennio cinematografico.

La pellicola sembra infatti il magniloquente, e a tratti grandioso, testamento di un grande regista stanco, che fa il punto. Un film in cui Tarantino torna su tutti i luoghi del suo Cinema, in maniera meticolosa, esplicitando tutto, anche quello che è sempre stato chiaro ma sottinteso. Primo fra tutti, il fatto che i suoi film parlino, fondamentalmente, di Cinema. Tarantino ha sempre pensato Cinema e parlato Cinema. Qualunque cosa abbia raccontato, in passato, che fosse un colpo finito male o una vendetta, ne è sempre risultato il racconto (cinematografico) di un racconto.

Per questo da Once Upon a Time in Hollywood (C’era una volta a Hollywood) ci si aspettava un’altra grande dimostrazione dell’esegesi di Quentin Tarantino. Invece, in maniera del tutto inaspettata, soprattutto a fronte della grande aspettativa che si riponeva nel film, l’eroe dello stallo alla messicana degli anni 2000 stravolge anche le previsioni dei più scettici regalandoci un film connubio tra arroganza e pesantezza.



Trama di Once Upon a Time… in Hollywood

Once Upon a Time in Hollywood è un film nel film: il metacinema è il padrone della scena per quasi tutte le tre (lunghe) ore di durata della pellicola. La storia raccontata ha come inevitabile scenario proprio quelle colline verdeggianti e ancora non del tutto condizionate dallo sfarzo e dalla ricchezza dei giorni nostri quali Hollywood. Vivere a Los Angeles non significa affittare una casa e camminare per le strade della città degli angeli, ma possedere un’abitazione ed essere effettivamente sulla cresta dell’onda. È da questo concetto che parte la crisi di Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), che sente il suo essere un attore in decadenza dopo aver spopolato nella scena western degli anni ’50. Accanto a lui c’è Cliff Booth (Brad Pitt), amico, galoppino, ma soprattutto suo stuntman. La crisi esiste anche per lui, in quella che è una coppia esplosiva nei bar e nei locali, meno sul set.

Margot Robbie in Once upon a time... in Hollywood - neomag.

La Famiglia Manson nel film di Tarantino

Mentre si racconta la storia di Hollywood, del suo cinema, si da spazio anche alla Los Angeles del 1969, quando inizia a prendere piede il regno del terrore della Famiglia Manson. Nella pellicola si accenna anche all’omicidio efferato dell’attrice Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski, all’epoca incinta del figlio del regista polacco.

Nel film di Tarantino, Tate è interpretata da Margot Robbie, quella che possiamo anche considerare come la più grande delusione dell’intera pellicola. Al di là del suo ruolo che scimmiotta le vedette americane dell’epoca, votate al divertimento genuino e mai a quello esasperato, Sharon Tate nelle mani del regista americano è forse il primo personaggio femminile che fallisce: siamo anni luce lontani dal carisma di Mia Wallace e di Black Mamba.