We Belong to Naples: due chiacchiere con i fondatori che stanno ridefinendo il concetto di Estetica Napoletana attraverso il proprio senso di appartenenza

We Belong to Naples - Neomag.

We Belong to Naples è una progetto, nato su Instagram, che punta alla rivalutazione delle immagini quotidiane, quelle meno turistiche o da cartolina, di Napoli. In chiave popolare, in un’ottica “Pop”, le foto di questo canale Instagram esasperano la bellezza normale, quella che parla del popolo napoletano, delle caratteristiche e contraddizioni della sua gente.

A capo di questa community partenopea troviamo i volti di Gaetano e Saverio, due ragazzi Napoletani dedicatisi al mondo della fotografia. Gaetano è riuscito ad introdurre il suo background nelle foto realizzate, avvicinandosi così, in maniera radicale alla streetphotography e al mondo della notte e dei club. Nel tempo è riuscito a stringere legami con artisti contemporanei e musicisti, con i quali tuttora collabora. Saverio, invece, più che stare dietro alla camera preferisce posare per essa, intraprendendo la carriera di modello.

I due si sono conosciuti sul set del video musicale “Che dio mi Benedica“di Luchè, e sono diventati subito amici. Nel 2017 hanno deciso di unire le loro passioni, il modo di esprimersi e hanno dato vita a #WEBELONGTONAPLES. Così le attitudini allo scouting, alla moda e al mondo creativo di uno e l’innato talento fotografico dell’altro hanno potuto prendere forma ed espressione.

Entrambi condivido il concetto di  ‘’Fotografia come racconto di un’esperienza.‘’



Il loro progetto è andato consolidandosi anno dopo anno, così da portare We Belong to Naples a diventare un’idea da indossare. Hanno da pochissimo rilasciato una loro capsule collection che propone una veste grafica in grado di conciliare, in chiave moderna, l’immaginario meno popolare e più comune di Napoli.

La collezione, disponibile sul loro portale, è andata sold out in pochissimo tempo. Questo, da solo, ci permette di capire la portata del fenomeno di cui vogliamo parlarvi. Ecco perché abbiamo deciso di fare due domande a Gaetano, in arte @Dastpics, e Saverio, in arte @facciadangelO.

We Belong to Naples: Come è nato il progetto fotografico?

Non definirei We Belong To Naples un progetto fotografico. Lo definirei più che altro una comunity. Nel senso che è nato con l’obiettivo di divulgare e condividere immagini, perché parliamo comunque di fotografia, che pian piano si è alimentato diventando quello che è oggi.
In realtà è condivisione di momenti da parte di persone. Della loro vita quotidiana, di persone e di quello che Napoli esprime.

Il concetto di We Belong to Naples è nel nome, è proprio quello di mettere in mostra il proprio senso di appartenenza, attraverso la fotografia. Racconta la verità senza nessuna costruzione, niente finzione o artifizi.

Di chi è la macchina dietro gli scatti che pubblicate?

La macchina non è di nessuno. Noi fondamentalmente condividiamo e postiamo le foto che ci inviano le persone. Spesso ci sono anche immagini e contenuti creati da noi.

Però in realtà l’obiettivo è di condividere e soprattutto conoscere, quello che per le persone è il loro senso di appartenenza nei confronti di Napoli, la nostra città. Per questo sul nostro profilo, e sulla nostra pagina, possiamo trovare foto e contenuti di tante persone diverse.

Per quanto riguarda invece la creazione di contenuti più iconici sono frutto del nostro lavoro.

Le vostre foto non sono quelle classiche da cartolina. Esasperano il concetto di bellezza normale. E’ questa per voi Napoli?

Per noi, in realtà, non si tratta di bellezza normale. Mi piace definire We Belong to Naples una sorta di Cartolina popolare. Quindi la ricerca estetica della bellezza la definirei più come bellezza popolare. La bellezza personale, quella che ognuno vede con i propri occhi e interpreta in maniera propria.

Da poco avete rilasciato una Capsule Collection che esprime perfettamente il vostro concetto. Ne avete altre in serbo?

Si. La nostra ricerca, anche in questo senso, è in continua evoluzione. Al momento stiamo lavorando a qualcosa di prettamente femminile, per quanto riguarda il Merchandising delle T-Shirt. Stiamo lavorando anche all’invernale. Speriamo di poter far uscire, quanto prima possibile, i nuovi capi.

Nel nostro piccolo stiamo cercando di ingrandirci e di poter ampliare le nostre referenze, anche a capi che vadano oltre le magliette. Ne sentiamo l’esigenza e abbiamo tantissime idee creative da sviluppare in merito.

C’è anche una ricerca esagerata nel cercare la maglia giusta, la stampa giusta, il fit giusto. Perché cerchiamo di non assomigliare mai agli altri brand street che ci circondano. Cerchiamo sempre di essere innovativi, di non copiare nulla.

Una maglia la pensiamo anche un mese, un anno addirittura. Fondamentalmente la nostra ricerca non è stilistica, frutto di Trend del m0mento, è una ricerca che guarda soltanto all’identità. L’obiettivo che cerchiamo di raggiungere con ogni nuova uscita è quello di coerenza, di evoluzione, per mantenere e costruire nel tempo un’identità ben chiara.

Lo considerate più un Hobby o un vero lavoro?

Diciamo che nel momento in cui si impiegano tante energie, tanto tempo, perdendoci ore, giorni, settimane per raggiungere un obiettivo, è ovvio che diventa un lavoro.

Hobby vuol dire fare qualcosa a tempo perso. Noi comunque cerchiamo di sfruttare tutto il tempo a disposizione, tutto quello che dedichiamo a We Belong to Naples, per fare qualcosa di bello e che possa durare nel tempo. Sia come prodotto che come messaggio.

Dato che ci lavoriamo tanto lo reputiamo assolutamente un lavoro e non un Hobby.

Un consiglio da dare a chi, come voi, utilizza i social?

Parliamo di Instagram. Per noi è Instagram il social di tendenza. Cercate di essere veri il più possibile. Voler fare arte, volerla fare a tutti i costi, si cade nella finzione. I tempi cambiano. Alle volte le persone fanno foto che considerano arte avendo referenze di artisti che sono esistiti 30 anni fa. Li copiano e lo fanno anche male. Non è quello che appartiene alla nostra idea e alla nostra idea di Bello.

Io dico di non fare le foto artistiche a tutti i costi, ma di fare semplicemente le foto. E basta!

Guarda l’intervista qui: