Quando l’ironia è più affilata di un commento di zia su Facebook. Abbiamo intervistato i creator del profilo Punti di svista che dicono tutto quello che pensi, ma non hai il coraggio di postare

Punti di Svista - Neomag.

In un’epoca in cui “non si può più dire niente” è la scusa ufficiale per non rischiare nulla, loro dicono tutto. E lo fanno con stile (perché il dissenso, se non ha una bella grafica, che dissenso è?).

Abbiamo incontrato Punti di Svista, i creator dissacranti del profilo instagram @puntidi.svista, che mettono in crisi le certezze digitali con frasi taglienti e ironia che fa più male di una frecciatina di zia a Natale.
Tra verità scomode, filtri che saltano e il sacro mestiere di sopravvivere all’algoritmo, ci siamo fatti raccontare come si fa a dire quello che si pensa (senza pensarci troppo) e a riderci sopra.

Perché sì, la realtà è un po’ una fregatura, ma almeno possiamo riderci addosso con una palette colori ben studiata.

Pronti?
Scorri, respira e non offenderti troppo.

1.Partiamo dal principio: quando vi siete accorti che dire quello che si pensa, senza pensarci troppo, poteva funzionare sui social?

Punti di svista nasce con tutta la confusione di chi non sa quel che fa: alla cieca, in punta di piedi, con la voglia a giorni alterni. Inizialmente non c’era un’ambizione specifica, anzi, probabilmente non c’è tutt’ora, semplicemente scrivo quello che penso senza pensarci troppo. In fondo tutto trova un senso se guardato dal giusto punto di (s)vista.

2.Il vostro motto potrebbe essere “verità scomode, ma con una bella grafica”. Quanto conta l’estetica nel vostro dissenso?

Punti di svista punta più sulle parole che sulla grafica, ora come ora la grafica rappresenta un mezzo semplice e dalle poche pretese. A dirla tutta la pagina deve ancora trovare un’identità grafica di cui andare fiera.

3.Vi capita mai di autocensurarvi o siete sempre fedeli al vostro “punto di svista”?

Il senso è proprio quello di trovare un senso anche quando apparentemente non sembra esserci. Guardare le cose da un punto di vista diverso aiuta a trovare una nuova prospettiva.

intervista puntidi.svista - neomag.
intervista puntidi.svista - neomag.

4.C’è mai stato un contenuto che avete pubblicato e poi avete pensato: “forse stavolta abbiamo esagerato”?

Non si tratta tanto di esagerare ma sicuramente ciò che ho pubblicato in passato non è in linea con ciò che pubblicherei ora e, probabilmente, questo non sarà in linea con ciò che semmai potrei pubblicare in futuro. Fa parte del gioco prendere parte al cambiamento.

5.Qual è la reazione più assurda o inaspettata che avete ricevuto sotto un post?

Mi piacerebbe raggiungere una maggiore interazione per potervi rispondere, ma una persona una volta ha pensato di tatuarsi una frase di punti di svista. Inutile dirvi che per me avevo già vinto così!

6.Se i millennials sono ironici e disillusi, come vi immaginate la Gen Z da qui a dieci anni?

La generazione Z tra dieci anni? Sarcastica e disillusa ma molto più consapevole.

7.In un mondo pieno di filtri e finzioni, quanto è difficile fare ironia senza essere fraintesi?

Essere fraintesi non rende tutto decisamente più ironico? In ogni caso restiamo ciò che siamo.

intervista puntidi.svista - neomag.

8. Sui social si dice spesso “non si può più dire niente”: verità o scusa per non essere divertenti?

Non si può più dire niente perché se si potesse dire di tutto sarebbe come non aver detto niente. Le parole sono solo parole finché non si resta senza.

9. Se doveste disegnare un “manuale di sopravvivenza per umani stanchi”, quali tre regole fondamentali mettereste?

Un manuale di sopravvivenza per umani stanchi? Avrei bisogno di leggerlo, non di scriverlo.

10.Ultima, la più pericolosa: qual è quella verità scomoda che tutti pensano ma nessuno ha ancora il coraggio di dire?

Una verità scomoda? Mettetevi comodi, siamo tutti più scomodi del previsto!