Dopo 70 anni di pubblicazioni Playboy chiude i battenti.  Stop alle pubblicazioni cartacee, quella di questa settimana sarà l’ultima

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Da quando il leggendario Hugh Hefner lo fondò nel 1953, Playboy Magazine è diventato una vera e propria icona.

Iniziò grazie agli 8.000 dollari raccolti grazie a familiari e amici, con i quali pubblicò il primo numero di Playboy. Era dicembre, ma la rivista non portava data perché Hefner non era sicuro che ci sarebbe stato un secondo numero. La rivista conteneva una foto nuda di Marilyn Monroe in versione pinup e il resto è storia. Il numero zero vendette oltre 50.000 copie che lanciarono un’ icona destinata a raggiungere, in dieci anni, una tiratura di un milione di copie rendendo il suo creatore miliardario.
Il mito che nacque intorno a quelle pagine proibite, intorno alle Conigliette, al Playboy Club e alla Playboy Mansion era più di semplice erotismo: era uno stile di vita.



Il brand di Playboy

E anche se il brand che è nato da quella rivista appare ancora forte, con un fatturato annuo di 3 miliardi di dollari, lo stesso non si può dire della rivista da cui il brand è nato in origine. In una lunga lettera pubblicata su Medium da Ben Kohn, CEO di Playboy, si racconta appunto come l’emergenza Coronavirus, con le conseguenze economiche che si porta dietro, abbia dato il colpo di grazia a Playboy Magazine, il cui pubblico di lettori è andato assottigliandosi sempre di più. Per questo, ha annunciato Ben Kohn, dopo 66 anni di attività, Playboy chiude i battenti con tutte le sue pubblicazioni cartacee.

Il numero di Marzo 2020 sarà l’ultimo pubblicato dalla rivista.

E’ giunta la fine di Playboy?

L’annuncio dell’ultimo numero cartaceo di Playboy non equivale alla chiusura del Brand, bensì alla fine di Playboy come lo conosciamo. La lettera aperta di Kohn lascia comunque spazio all’ottimismo:

Nel 2021, insieme alla nostra proposta di contenuti digitali e al lancio di nuovi prodotti, torneremo anche al cartaceo in nuove e diverse forme: edizioni speciali, partnership con i creativi più provocatori, collezioni e molto altro. La carta stampata è la nostra origine e farà sempre parte della nostra identità. 

Le difficoltà di Playboy Magazine sono comunque più legate alla sua problematica eredità culturale e alla diffusione di pornografia online che a una crisi vera e propria dell’editoria periodica. Il marchio comprese di dover cambiare pelle er essere accettato anche nell’epoca contemporanea, dove la nudità esplicita e l’oggettificazione sessuale delle donne non era più accettata dalla società con la stessa facilità di un tempo.

Lo sforzo definitivo per elevarsi oltre la sua stessa immagine venne compiuto nel momento in cui Playboy decise di non pubblicare più foto di nudo. 

Hugh Hefner - neomag.

Il nuovo scenario di Playboy

Playboy era molto più di una rivista erotica: era una pubblicazione che affrontava il discorso culturale con un tono di provocazione, senza paura di toccare argomenti tabù, parlando del sesso in termini positivi e collaborando con giganti della cultura pop come Salvador Dalì, Marilyn Monroe, Vladimir Nabokov, Ian Fleming e Stephen King.

Non ci resta che attendere il nuovo scenario in cui il marchio di Playboy vorrà immettere tutti i lettori.

Alcune delle copertine più belle di Playboy