La Milano Fashion Week 2021 donna si è appena conclusa. Tiriamo le somme della settimana della moda appena trascorsa

Milano Fashion Week 2021 donna - neomag.

Anche questa edizione della Milano Fashion Week 2021 donna si è conclusa. Anche questa si è tenuta online, con spettacoli e sfilate in streaming con nessun reportage di street style, diventato una vera e propria consuetudine delle Settimane di Moda. Tante le mancanze registrate dai brand, tra cui Gucci, Bottega Veneta e Versace. Così l’attenzione del pubblico è stata catalizzata da altri momenti, come il debutto di Kim Jones nel prêt-à-porter di Fendi, la seconda collezione femminile di Raf e Miuccia e il raffinato show di Valentino al Piccolo Teatro di Milan. Non sono mancati ottimi debutti, presentazioni digitali innovative e svolte tanto impreviste quanto sorprendenti.



I brand alla fashion week di Milano

Con la sfilata di Prada abbiamo assistito al continuum del dialogo iniziato dai due co-direttori creativi è proseguito, trovando maggiore equilibrio e riconfermando la coerenza estetica della collezione maschile presentata a gennaio con quella femminile. In maniera quasi contrapposta troviamo il calore su cui Kim Jones ha strutturato la sua prima collezione di Fendi che però, nonostante la magnificenza matriarcale che ha tentato di evocare, non si è sospinto troppo al di là con il design, producendo una collezione che ha decisamente un aura luxury ma che rimane anche molto convenzionale. Tra gli altri nomi sicuramente possiamo indicare lo spettacolo mandato in onda da Moschino, che ha chiuso la sfilata incorniciando il fondoschiena di Dita Von Teese.

Valentino alla Fashion Week

Ottimo anche il defilè di Pierpaolo Piccioli da Valentino, con un rigore estetico lodevole per una collezione dalla palette limitatissima e decorata da pattern reticolati declinati in ogni possibile versione. Il Piccolo Teatro di Milano ha funto da cornice per l’intero evento. Anche Marni ha fatto centro con una presentazione divisa per pasti (colazione, pranzo e cena) è andata in scena la stralunata bellezza delle creazioni di Francesco Risso, che alla seconda collezione creata sotto lockdown, ha dato il meglio di sé sia stravolgendo l’apparenza di oggetti comuni, sia mescolando una sottile e intelligente ironia con il suo mood più sovversivo. La sua vena creativa, tuttavia, è così vulcanica che avrebbe bisogno di un freno di tanto in tanto, o di un editing, che gli dia rigore e disciplina.