L’Iperfemminilità è un movimento portato avanti un da ragazze femminili rivolto soprattutto alle ragazze femminili, non solo un trend

iperfemminilità è un movimento - neomag.

Tra gli anni ’90 e gli inizi del 2000 l’iperfemminilità ha vissuto la sua età d’oro con tutte le cose luccicanti e rosa di quegli anni. Ai giorni nostri, invece, stiamo assistendo al ritorno della Pink ManiaSarà forse la nostalgia per i primi anni 2000 o la voglia di abbracciare look più curati e femminili, ma l’estetica Barbiecore e il rosa stanno avendo un inaspettato momento di popolarità. La nuova pink revolution prende l’idea stereotipata della “doll chick” bionda, bianca, svampita, snob e superficiale e la trasforma in un femminismo inclusivo e gioioso capace di coniugare shades dell’ombretto, emancipazione e libertà di essere e vestire come si vuole. Anche ispirandosi a una bambola creata oltre 60 anni fa.

Il risveglio dell’iperfemminilità

Nel risveglio dell’estetica iperfemminile, ancora una volta, c’è lo zampino delle ragazze di TikTok. Sul social di tendenza si possono vedere raccolte di tutorial di trucco, acquisti e ragazze che non si scusano, che spettegolano di ragazzi, addobbate di rosa e glitter. Tutte sono perfettamente curate, con tutte le ultime tendenze di bellezza e padroneggiano alla perfezione le ultime tendenze di moda. Paris Hilton e Nicole Richie incarnavano alla perfezione questo mood.

Con le loro tute in ciniglia matchy-matchy, il gloss, i brillantini, i party no stop, i conti in banca miliardari e i fisici asciuttissimi nei ’00 continuavano a restituirci un’idea di iperfemminilità distorta, che percepivamo come irraggiungibile e sbagliata o, meglio ancora, facevano sentire noi sbagliate, inadeguate. Forse per questo era più facile continuare a bollare come sciocche, intellettualmente inferiori. Rappresentavano il tipo di ragazze che una tipa emancipata e intelligente non avrebbe mai voluto incarnate, lo stesso che Pink prendeva in giro nella sua hit manifesto Stupid Girls e che qualche anno dopo avrebbe trovato la sua controparte naturale nella girlboss era. A Sophia Amoruso non interessava essere perfettamente depilata e truccata, lei era al di sopra di queste “banalità” eppure aveva successo ed era il capo di se stessa, era la perfetta incarnazione della Wasp Tendenza.

La rivincita del movimento

Dagli anni 2000 ad oggi le cose sono cambiate. Barbie è tornata ad essere icona di stile, probabilmente grazie al film con Margot Robbie. A tutto questo vanno aggiunti anni di battaglie per emancipazione e inclusione, la nostalgia per il passato, in particolare per l’estetica Y2K, e grazie ad hashtag come #bimbocore e #barbiecore su  TikTok, ha iniziato ad emergere un numero sempre maggiore di donne che hanno reso la l’iperfemminilità un movimento, tornando ad esplorarla come atto di resistenza contro una cultura che ha considerato debole tutto ciò che è lontanamente femminile.

Finito il tempo in cui ci si deve negare il piacere di indossare rosa o abiti sexy per essere prese sul serio, per rivendicare la propria intelligenza. Per molti creator l’essere iperfemminili e celebrare il Barbie style enfatizza l’empowerment delle donne senza il bagaglio tossico che è stato associato a quel mondo per lungo tempo. Un’opinione condivisa anche da @dreamingofdior che ribadisce come l’estetica Y2K e girly-girl del 2022 sia una questione di prendere gli aspetti migliori e più divertenti della moda degli anni 2000 e renderla inclusiva per tutti come non lo era allora.

Il barbiecore

Il Barbiecore è la nuova tendenza iperfemminile che il revival del film di Barbie sta rendendo molto popolare e, attinge anche dalla cultura drag e queer, non ci vuole tutte bianche, magre, bionde e con gli occhi azzurri. Il Barbiecore contagia persone dalle taglie diverse, queer, trans e non binarie ed ispira un’intera generazione a godersi in pace le proprie pump hot pink, l’eye-gem e il gloss alla frutta.

Un’estetica che ovviamente viene portata avanti dalle celeb, come Machine Gun Kelly e Megan Fox che si sono presentati coi capelli rosa perfettamente matchy-matchy. La pink revolution ha colpito anche Kim Kardashian, che all’inizio del mese ha sostituito il lycra nero di Balenciaga con pantaboots, shorts e dress declinati in varie sfumature di rosa, dal cipria al fucsia.

Tu cosa ne pensi?