House of Dragon ci ha riportati a Westeros da lunedì 22 Agosto. Il primo episodio del prequel del ‘Trono di spade’ è andato in onda

House of the Dragon - neomag.
La Danza dei draghi – proprio come il suo sequel Game of Thrones – promette veri bagni di sangue, guerre e tante scene di sesso. A differenza della ben più nota serie ambientata nei sette regni, il prequel House of the Dragon (dal 22 agosto su Sky Atlantic e Now in versione originale, dal 29 agosto quella doppiata in italiano) parla della faida interna alla famiglia Targaryen.
Prima di entrare nel merito di questa guerra civile per la corona tra una sorella e un fratello, facciamo quadrare nomi e date per capire a che punto della dinastia dei Targaryen s’inserisce la vicenda.

I Targaryen

I Targaryen sono il casato più potente di questo nuovo mondo fantasy: siedono sul trono di ferro anche grazie alla capacità di soggiogare i draghi. Ai tempi dei fatti – ambientati 172 anni prima di Daenerys, che nella saga madre è interpretata da Emilia Clark – ne esistono dieci esemplari adulti, che hanno contribuito a creare un periodo di pace tra i Sette Regni. Non è durato tanto: sotto l’egida di Re Jaehaerys vivono in pace sessant’anni (un paio di secoli prima degli avvenimenti de Il trono di spade) ma quando gli succede il nipote Viserys (Paddy Considine) iniziano i guai. Senza un figlio maschio, l’erede è il fratello Daemon (Matt Smith), un sadico assetato di potere senza alcuna bussola morale. Il sovrano non può permettere che il regno cada nelle sue mani e quindi decreta come suo successore legittimo la figlia Rhaenyra (Milly Alcock e Emma D’Arcy si passano il testimone a metà stagione interpretando la principessa in diverse età della vita).

Questo, tuttavia, è solo un preludio alla vera apocalisse successiva, che include sempre la giovane ma coinvolge anche il fratellastro Aegon II (figlio di seconde nozze del padre). Parte così la Danza dei Draghi, che dura circa tre anni, dal 129 al 131 CA (dalla Conquista di Aegon, il conquistatore del casato).

Obiettivo della serie

Gli showrunner della serie Ryan J. Condal e Miguel Sapochnik hanno sì a disposizione un cast corale come nel caso de Il trono di spade, ma le varie voci non si equivalgono quindi si ritrovano ad occupare gerarchie molto diverse e a volte sbilanciate. Le fazioni sono polarizzate e – differenza sostanziale rispetto alla serie-madre – si conoscono già gli esiti della vicenda che hanno poi portato al Re Folle, il papà di Daenerys. Nessun effetto sorpresa, certo, qui ci si gode il viaggio e non la destinazione.

La stirpe al comando, con i tipici occhi viola e le chiome candide, alterna autorevolezza e follia senza curarsene poi troppo. Nessuno all’esterno dotato di un minimo di buonsenso può davvero cercare di detronizzarli. Come dice la stessa principessa,

“L’unica cosa che può distruggere la casa dei Targaryen è la casa stessa”.