MSCHF è il protagonista della nuova satira al capitalismo del collettivo artistico americano: hanno messo le buste firmate in vendita

Buste firmate in vendita - Neomag.

Non è una novità che il collettivo MSCHF tenti di imporsi nell’industria del fashion come un elemento di rottura e di dibattito. L’ultimo drop del brand (il 66esimo) ha lo scopo di regalare un’illusione di ricchezza. Il controverso collettivo artistico con sede a Brooklyn, che si è reso celebre in tutto il mondo per aver rilasciato una gamma di prodotti che vanno dai plug-in alle scarpe da ginnastica, dai canali social alla spada sfoggiata da Grimes sul red carpet del Met Gala 2021, ha da poco rilasciato un e-store dove è possibile acquistare buste griffate di fascia alta, come quelle di FendiHermèsBurberry e Rolex, al prezzo di $40 ciascuna.

Il motto? Tutti coloro che si apprestano a compiere la scalata sociale si ripetono giornalmente “fake it, until you make it”.



L’iniziativa di MSCHF

Il fulcro dell’iniziativa di MSCHF è il dilagante consumismo che caratterizza il settore dell’abbigliamento e dei prodotti di lusso, il cui possesso sembra essere diventato ancora più appagante dell’utilizzo vero e proprio. L’idea di acquistare continuamente nuovi capi o accessori firmati è diventata ormai nell’immaginario comune un vero status symbol: sembra infatti che possedere un Rolex oppure indossare una borsa di Louis Vuitton ci identifichi e ci collochi all’interno della società in maniera molto più efficiente rispetto ad altri criteri di giudizio.

Buste in vendita a 40 Dollari

Ma perchè qualcuno dovrebbe spendere 40 dollari per acquistare una busta di plastica con su sopra il logo di brand famosi? Il collettivo non ha fatto altro che porre l’attenzione su un fenomeno che dilaga sul web già da un po’ e che per gli habitué delle piattaforme di reselling è del tutto familiare, visto che su EbayDepopVinted e Vestiare pullulano i rivenditori che propongono questi item a prezzi folli (20 euro per una busta di cartone con su scritto Saint Laurent).

A cosa servono le buste vuote?

“Se non puoi consumare – e sai che non puoi, o almeno non al livello che brami, non al livello che ti è stato dato in pasto dai social media e dalla finzione mediata dell’esistenza delle celebrità – puoi almeno aspirare a raggiungere l’estetica del consumo,

si legge nel manifesto di OnlyBags, che vende anche buste di brand che non sono proprio uno status symbol, come SephoraIKEA e Victoria’s Secret. Quindi, a cosa servono queste borse di designer vuote? Per essere mostrate, sfoggiate sui social media, portate in giro per le strade per suscitare l’invidia dei passanti, in una società capitalista in cui l’unico vero segreto per la felicità sembrano essere i soldi, queste buste faranno credere agli altri che ne abbiate a palate. Il manifesto di @mschf descrive l’estetica e la psicologia del consumismo di cui siamo stati nutriti con il cucchiaio attraverso i media: le borse hanno uno scarso valore pratico o fisico, ma il valore che attribuiamo ai loghi e alle icone disegnate non ha prezzo.