Elegante come Audrey Hepburn o sfacciata come in Pretty Woman? I look cinematografici non invecchiano mai e regalano sempre grandi ispirazioni per dei look mozzafiato
Ti siete mai chiesto come apparirebbero i tuoi film preferiti se i personaggi indossassero dei vestiti diversi? Facciamo una prova: cosa sarebbe successo se la Principessa Leila avesse viaggiato per la galassia lontana lontana con un attillato abito rosso; se Tony Manero si dimenasse a ritmo di disco music all’interno di un elegantissimo smoking. Se passeggiando tra le strade di Manhattan Marilyn Monroe avesse portato un paio di pantaloni aderenti nell’iconica scena di Quando la moglie è in vacanza?
Una parte essenziale del fascino che il cinema esercita sul pubblico risiede proprio nell’abbigliamento con cui i suoi protagonisti appaiono sul grande schermo. Dietro alla scelta dei modelli, dei colori, dei tessuti, che arricchiscono la performance di attori e attrici, c’è infatti un’attenta analisi della personalità e dei caratteri di ogni ruolo, che devono rispecchiarsi nel look che sfoggiano come un importante biglietto da visita per lo spettatore. E spesso, non soltanto.
Non è raro infatti che gli abiti pensati per le pellicole cinematografiche diventino delle ispirazioni formidabili per brand di alta moda e marchi commerciali, che a partire da quelle suggestioni, creano modelli e collezioni esclusive, riproponendo o rivisitando i pezzi più amati dai cinefili di tutto il mondo.
Guardando alla settima arte come un guardaroba gigantesco che custodisce capi di prim’ordine di ogni stile e foggia, non resta che tuffarsi e scegliere i 10 outfit più celebri che hanno rivoluzionato la moda internazionale.
Ecco i look cinematografici più iconici di sempre.
Le scarpe auto-allaccianti di Ritorno al Futuro – Parte II
Non so te, ma se dovessi immaginare di rubare un indumento dal guardaroba della storia del cinema, non avrei alcun dubbio. Le scarpe auto-allaccianti di Marty Mcfly sono il sogno di ogni ragazzo degli anni ‘80 che, dopo aver visto l’eroe del viaggio nel tempo nel sequel Ritorno al Futuro Parte II, pagherebbe ogni cifra immaginabile per poterle anche solo indossare.
Ambientato nell’anno 2015, il secondo capitolo della serie cinematografica mostrava come il futuro fosse all’avanguardia in fatto di tecnologie, con macchine che sfrecciavano nel cielo e hoverboard volanti che hanno riempito le fantasie di un’intera generazione.
Ed è proprio in ascolto dei desideri degli appassionati delle avventure di Doc e Marty che nel 2016, in onore del 35° compleanno della storica saga, l’azienda Nike ha lanciato la versione finale della sua Nike Air Mag, sneaker leggera e dal design unico, che presenta le stesse funzioni di illuminazione dell’originale e l’immancabile funzionalità di allacciatura, che si attiva dopo aver inserito il piede al suo interno.
Un vero gioiello da non lasciarsi scappare.
Gli occhiali Wayfarer di The Blues Brothers
Occhiali scuri, completo nero, cravatta e cappello abbinati, bastano pochi elementi per creare un outfit iconico e in questo caso non servono ulteriori indizi: i fratelli più pazzi degli anni’80 si riconoscerebbero anche a distanza di chilometri. Protagonisti del cult The Blues Brothers, Jake e Elwood Blues (rispettivamente John Belushi e Dan Aykroyd) non sono solo degli sbandati musicisti in missione per conto di Dio, ma sono stati sorprendentemente delle icone di stile e modelli esclusivi di pezzi indimenticabili della moda statunitense.
Forse non tutti sanno che i mitici Ray-Ban che accompagnavano gli eroi tra mille avventure erano degli autentici Wayfarer! Prodotti per la prima volta nel 1956, rappresentarono un importante momento di rottura rispetto al classico occhiale da sole di metallo, introducendo un design unico che li consacrò come il modello più venduto nella storia. Anche personalità hollywoodiane degli anni ‘50 e ‘60, come Clark Gable e Robert Redford, nonché personaggi di spicco come John Fitzgerald Kennedy, non furono immuni dal fascino del Wayfarer, contribuendo a trasformare un accessorio ordinario in un mito immortale.
Il mini vestito cut-out di Pretty Woman
Tra gli outfit sfoggiati da Julia Roberts nell’iconico film Pretty Woman c’è l’imbarazzo della scelta: dal meraviglioso vestito rosso, all’abito marrone a pois bianchi. Ma questa volta ci soffermeremo sul look più audace con cui Vivian, la protagonista dal sorriso smagliante, ha incantato non solo Richard Gere ma tutti gli spettatori del mondo. Il mini dress cut-out con i fianchi scoperti è senza ombra di dubbio il modello che è rimasto più impresso nella mente del pubblico: sexy, provocante, cortissimo, questo capo di jersey è composto da una semplice minigonna azzurra e un top bianco uniti da un anello centrale.
Oggi di quel modello esiste una variante speciale, realizzata dal brand Hunza G. Rielaborando le linee anni ‘80 e ‘90 del disegno originale, il marchio di costumi da bagno ha creato una straordinaria collezione swimwear dedicata alla pellicola, rilanciando la moda del costume intero sgambato e del bikini con bra dalle spalline a “canottiera”.
La tuta gialla di Kill Bill Vol.1
Ormai tutti conosciamo lo straordinario talento del regista Quentin Tarantino. Forse non tutti sanno che, prima che un abile narratore, è anche uno dei più grandi cinefili al mondo, capace di introdurre e rielaborare linguaggi e simboli dal cinema di ogni epoca, donandogli una nuova linfa vitale. A questo approccio di amore ed emulazione, non sono immuni neanche i look dei suoi personaggi, che rimandano a vecchi idoli della storia del grande schermo, non sempre facili da scovare.
Tra gli abiti-simbolo più noti del repertorio “tarantiniano” non si può dimenticare la mitica tuta gialla con striscia nera laterale, indossata da Uma Thurman in una delle scene più famose di Kill Bill Vol.1. Ma cosa si nasconde dietro a questa scelta?
L’omaggio è lampante, e i veri appassionati l’avranno riconosciuto dopo poche inquadrature: si tratta infatti dello stesso abito usato dal re delle arti marziali Bruce Lee nel suo film incompiuto L’ultimo combattimento di Chen.
Morto tragicamente prima della fine delle riprese, Lee ha lasciato un’eredità importante ai suoi posteri: chissà cosa avrebbe pensato vedendo una giovane sposa che combatte con una katana.
L’abito verde di Espiazione
Da sempre i film storici costituiscono un terreno fertile per la creazioni di costumi e abiti da sogno, destinati a rimanere per sempre nella mente del pubblico. E anche nel caso di Espiazione, si può dire che l’equazione ha dato gli stessi risultati.
Il meraviglioso vestito verde indossato da Keira Knightley è esso stesso uno dei protagonisti del film: liscio e sagomato, sottile ed elegante, questo straordinario esempio di raffinatezza inglese si adatta alla perfezione alle linee del corpo dell’attrice, diventando quasi come una seconda pelle.
La mente dietro alla realizzazione del gioiello sartoriale è quella della costumista Jacqueline Durran, che disegnò il modello con l’intento di scardinare lo stile formale che caratterizzava l’abbigliamento della classe medio-alta degli anni Trenta, mantenendo comunque alcuni dettagli della moda dell’epoca: sarebbe impossibile immaginare il vestito senza la schiena nuda, lo strascico, e l’ampia scollatura, che rimandano ad alcune collezioni pre-guerra della casa di moda Paquin.
Il chiodo di pelle ne Il Selvaggio
Abbandoniamo per un attimo i confini del cinema moderno per rispolverare qualche classico dimenticato. I film dell’epoca d’oro di Hollywood sono stati il palcoscenico perfetto per ospitare look iconici e volti buca-schermo, partoriti continuamente dallo star system americano.
Tra questi, non può mancare il bello e dannato per eccellenza, Marlon Brando, attore carismatico che introdusse un nuovo genere di sex symbol, atletico e spregiudicato, incarnato alla perfezione da uno dei ruoli che lo consacrò a divo immortale: Johnny Strabler, leader della Banda dei Ribelli Motociclisti nel film del 1953 Il Selvaggio.
Chiodo di pelle nero, uno Schott Perfecto 618, con il nome richiamato sul cuore e sul retro il famoso stemma con il teschio e i pistoni incrociati, sono gli elementi chiave dello stile biker, reso celebre dal giovane Brando, che caratterizzerà la moda di motociclisti e non solo negli anni a venire.
La T-shirt bianca di Gioventù Bruciata
Spesso associato a Marlon Brando come volto simbolo del cinema degli anni ‘50, anche James Dean è stato uno dei modelli inconsapevoli del fashion cinematografico. In uno dei suoi ruoli più celebri, quello di Jim Stark nel cult generazionale Gioventù Bruciata, fu inaspettatamente il precursore di uno dei pezzi must-have della moda internazionale.
Concepito inizialmente come capo di biancheria, successivamente come abbigliamento standard degli atleti negli anni ’30, la T-shirt bianca diventò l’indumento rivoluzionario che i teenager indossavano per separarsi dalla generazione dei loro genitori e manifestare la propria voglia di ribellione.
Indimenticabili le scene di confronto in cui Dean, con la sua maglietta sotto all’iconico bomber rosso fuoco, fuggiva dalla vita soffocante con la sua famiglia in cerca di mille avventure, insieme alla bella Judy e al giovane Plato.
Il tubino nero di Givenchy in Colazione da Tiffany
Cambiamo genere e parliamo di una delle regine indiscusse che conciliarono il cinema e la moda con naturale maestria. Non si può parlare di look rivoluzionari senza citare Audrey Hepburn e il ruolo che più ha fatto sognare il pubblico di ogni epoca. Capelli raccolti in uno chignon, occhiali scuri e croissant in mano davanti alle vetrine di Tiffany; non serve aggiungere altro, potremmo riconoscerla a occhi chiusi: è Holly Golightly, la protagonista di Colazione da Tiffany.
Per vestire i panni di questo personaggio indimenticabile la Hepburn si è valsa nientemeno che dell’aiuto di Hubert de Givenchy, che realizzò per la diva britannica il leggendario tubino nero in raso, con profondo scollo sulla schiena e abbinato a dei guanti lunghi. Indossato con la celebre collana di perle e diamanti, portato con la sigaretta aspirata dal bocchino, questo capo di alta moda è stato e sarà per sempre l’ispirazione più grande per tutte le donne che ricercano uno stile elegante e raffinato, in cui la sensualità non manca mai.
Lo stile androgino di Io e Annie
Nel 1977, il cinema mondiale fu scosso da una nuova ondata di freschezza e cinismo in occasione dell’uscita di Io e Annie, irriverente commedia che consacrò Woody Allen come uno dei maggiori registi americani, ma non è tutto. La seconda metà della coppia più divertente del grande schermo, l’attrice protagonista del film Diane Keaton, non ci mise molto a rubare i riflettori al sarcastico autore, colpendo il pubblico di ogni parte del mondo con la sua bellezza, la sua straordinaria interpretazione e i look sfoggiati in ogni scena, che mescolavano indumenti maschili e capi iconici dei seventies.
Seguendo l’insegnamento di Marlene Dietrich, che in L’angelo azzurro, portò in auge una moda più androgina per le donne, la nostra Annie, non resta a guardare e sfoggia degli outfit indimenticabili con pantaloni larghi, camicia, gilet e cravatta, portando alla rinascita di una femminilità non ordinaria.
A dimostrazione del fatto che il fascino non è negli abiti ma nella modella che li indossa, la fisicità di Diane Keaton è l’elemento cardine dell’aspetto iconico del suo personaggio; non stupirà infatti sapere che molti dei vestiti provenivano direttamente dal suo guardaroba!
Il look total-black di Matrix
Per concludere questa rassegna di look cinematografici negli armadi dei grandi divi del cinema, non può mancare una piccola incursione nella fantascienza. Creare dei mondi immaginari lontani anni luce dalle mode contemporanee permette di lasciarsi andare con la fantasia e di dare vita a nuovi simboli, modelli e colori, capaci di rivoluzionare in maniera radicale il gusto collettivo.
È ciò che è successo con Matrix, capolavoro della settima arte che, dalla sua uscita nel 1999, ha continuato ad ispirare look e abbinamenti di street style, ancora oggi molto in voga.
La sua peculiare estetica cyberpunk, lo stile total-black indossato con pantaloni, anfibi, occhiali scuri e il famosissimo trench di pelle e vinile, hanno dato un nuovo valore alla tendenza monocromatica aggiungendo un piccolo tocco futuristico, elegante e al contempo misterioso.