The Crown, la famosa serie tv di Netflix, ha riportato a galla fasti e nefasti della famiglia reale. Con esse anche la Storia del Marchio Barbour

Storia del Marchio Barbour - Neomag.

La serie “The Crown”, arrivata ormai alla quarta stagione, si conferma una serie televisiva capace di stimolare l’interesse degli spettatori verso gli abiti della monarchia inglese. Poiché diverse scene si svolgono nella tenuta scozzese della regina Elisabetta, ad avere maggior rilievo è stato il marchio Barbour Label che firma i giacconi cerati sfoggiati dalla famiglia reale.
Nello specifico, però, il carisma di cui vanta la storia del marchio Barbour, non deriva solamente dal serial, ma c’entra anche con l’heritage pluridecennale e la ferma reputazione di capispalla, rafforzata recentemente da alcune collaborazioni .

Il mito lascia pensare a South Shields, città dell’Inghilterra settentrionale, dove dal 1894 la John Barbour & Co. Tailors and Drapers unisce abiti impermeabili in cotone oleato destinati a marinai, pescatori, portuali e altri lavoratori esposti alle sciagure climatiche. La vocazione all’aperto è di conseguenza stampata nel Dna del brand sin dalle origini, concentrata nel motto «l’abbigliamento migliore per il tempo peggiore».

Storia di Barbour

Durante il corso degli anni accresce la vastità dei capispalla in cui non mancano mai collo in velluto a coste, fodera tartan e doppia chiusura con zip e bottoni. Il carattere in comune delle proposte è rappresentato da una vastità di elementi, tra cui: linee pulite, materiali robusti, spirito utilitarian e colori sobri come blu navy, khaki e verde oliva. Contemporaneamente, aumentano i sostenitori, dai motociclisti agli amanti di pesca o caccia fino ad arrivare ai membri della famiglia Windsor, che gradiscono Barbour fino a conferire alla società, nel 1974, un Royal Warrant, il perno di fornitori ufficiale della Corona.

D’altronde le sue giacche sono perfette per le steppe che circondano Balmoral, e da allora non c’è stata una persona della famiglia reale che non sia stato ritratto con una waxed jacket, Lady Diana inclusa: le foto degli anni ’80 che la ritraggono insaccata nel giubbotto Barbour danno una marcia in più al brand che amplia la produzione ad altre categorie e si diffonde quasi ovunque.

Prezzi non proibitivi di Barbour

Tuttavia Barbour deve la sua fama, con ogni probabilità, alla originalità del marchio, poiché i giubbotti sono singolari e allo stesso tempo discreti, per la high society seppure dai prezzi non proibitivi.
Quando negli anni ’90 si abbassano le vendite e il fallimento sembra sempre avanzare, l’azienda intraprende delle collaborazioni che danno nuova parvenza a Barbour, facendolo arrivare a un pubblico più giovane. Tutte le capsule collection si focalizzano sull’outerwear (moda all’aperto).

Più valoroso il responso delle due ultime collaborazioni con Supreme e Noah, alla ricerca nel primo caso di combinazioni di colori strepitose, nel secondo di aggiunte di patchwork e colori energici; a dimostrazione di come le cerate Barbour possano adeguarsi anche ai principi dello streetwear.