Pasquale D’avino è un giovane napoletano proiettato al futuro con un brand, Throwback, che ci ricorda che il passato è da luxury streetwear

Pasquale d'Avino - neomag.

Raccontare la storia di Pasquale D’avino, per gli amici Pavi, 28enne napoletano arrivato in alto in così poco tempo, è un po’ il Sogno Americano di tutti quelli che sono qui a leggerla e possono dire e credere di potercela fare.

A tutti piace sognare in grande ma la verità è che in pochi, forse i visionari più determinati, con un obiettivo chiaro e perseguibile, riescono nell’intento.



La prima domanda che verrebbe da porti, e che Neomag vuole farti, è: Avere un sogno basta? Quanto contano le competenze di settore, il supporto economico e i contatti?

Questa domanda devo dirti che è ben azzeccata perché io sono sempre stato fin da piccolo un fautore del network, network is  your net worth  come dicono gli americani, l’ho sempre detto… è il mio mantra. Quindi sarà un po’ per propensione, un po’ per i miei ideali ma ho sempre curato tantissimo le pubbliche relazioni nel vero senso della parola. Non tanto le pubbliche relazioni di cui abusano tutti i vari PR del nostro mondo però parlo proprio della relazione umana, dell’intelligenza emotiva nell’avere a che fare con le persone, nell’avere attenzioni.

Ho sempre cercato di curare al meglio tutta una serie di relazioni che magari in quel momento potevano non essere utili ma che poi sono servite a distanza di anni proprio per il rapporto che avevo instaurato. Quindi al primo posto conta, conta assolutamente, la relazione, il rapporto umano. Per sviluppare un business, qualunque sia il settore, è la prima cosa dalla quale si deve partire.

Il supporto economico è estremamente importante, però sono anche uno di quelli che pensano, visto che inizialmente sono partito con pochi euro, che migliore è l’idea e meno soldi servono per partire, ovviamente.  Dopodiché,  è ovvio che serve benzina alla macchina però, per iniziare, basta avere un sogno che sia realizzabile, altrimenti sarebbe solamente fantascienza.

Bisogna avere un sogno che sia oggettivamente concreto e se ci sono competenze in quel settore in particolar modo va bene svilupparle ma, se non ci fossero quelle competenze, bisogna studiare veramente quel settore per almeno un anno, come feci io 7/8 anni fa nel campo della moda per poi partire perché  altrimenti il supporto economico che può servire per iniziare a lanciare un progetto potrebbe non bastare, in quanto tanti sforzi economici verrebbero bruciati con l’acquistare competenze che non si possiedono, come un cane che si morde la coda.

L’uomo tende, nella vita di tutti i giorni, a rintanarsi nei ricordi del passato, come se fosse un luogo sicuro dal quale attingere quando ha bisogno di serenità e certezze. Throwback, il brand che hai fondato con il tuo amico ed artista Gianpiero D’Alessandro, è ispirato, almeno in parte, a questo sentimento nostalgico che pervade non sono il singolo, ma anche la società e le generazioni verso il passato.

Pasquale d'avino -Trowback - Neomag.

Perché, a tuo avviso, il ricordo ha così tanto fascino?

Guarda, il brand Throwback nasce veramente da una serata in cui con la mia famiglia stavo guardando il film di Mamma ho perso l’aereo, un classico del 1990 che è perfetto, il film capostipite per noi Millenials, e mi resi conto che,  aldilà dei colori, dei suoni, della fotografia, del momento del Natale che da sempre risveglia la nostalgia, i sentimenti, la famiglia che si riunisce,  proprio in quel momento, mi resi conto che attirava l’attenzione di tutti, da mia nipote di cinque anni a mio padre di 60.

Mi ero reso conto di quanto fosse forte il potere della nostalgia e di conseguenza, per utilizzare un termine più adatto ai nostri tempi, il potere dello storytelling perché, pur avendolo visto centinaia di volte, riparli dello stesso film, ricordi quella scena, sai ripeterla ancor prima che l’attore lo faccia perché conosci passaggi a memoria. Quindi,  da questo punto di vista credo che, Throwback, nasca veramente da un sentimento nostalgico che molto spesso può essere diciamo visto sia in chiave positiva  che negativa in base a quello che può essere lo stato d’animo di ognuno di noi perché la nostalgia può essere trasformata in un sentimento assolutamente felice in quanto ci ricorda un bel momento passato con qualcuno o addirittura, questa nostalgia, può essere condivisa se ricordiamo tale momento con la persona con la quale è stato vissuto

Quindi è ancora meglio. Credo che il motivo per il quale i ricordi siano così affascinanti, derivi proprio dal fatto che è una cosa che ti porterai dietro per sempre e che inevitabilmente non potrà tornare.  La vita non è altro che un bagaglio di ricordi. Da qui il nostro payoff: In the end, all we have is our memories.

Qual è il tuo ricordo migliore? Quello che se ci pensi, senti calore al cuore?

Ho collezionato tantissimi ricordi però quelli per i quali non posso fare a meno di sorridere sono quelli delle estati adolescenziali, dei tempi dell’università che sono i più belli, delle serate passate in casa con tutti i miei coinquilini che ad oggi definisco i miei migliori amici. Sono tutti ricordi di cui non potrei parlare perché la mia dignità ne risentirebbe, sono momenti top secret, però si, ogni volta che ci penso e a che li ricordiamo insieme, moriamo dalle risate!

Quella che pochi anni fa era solo un’idea, oggi è una realtà affermata al fianco di brand come Casio Watches, E.Marinella, Superga o di nomi come Marco Belinelli, Thierry Henry, Dries Mertens, Alessandro Cattelan e Diletta Leotta.

Quali sono invece i brand e i personaggi che non hai ancora raggiunto ma che sogni da quando tutto è cominciato?

Ti dico la verità, uno su tutti che veramente mi fa sognare e che sembrerà anche banale e scontato, ma che, essendo io un ex cestista, non posso veramente non citare è solo Michael Jordan. È lui, l’unico personaggio che non ho ancora raggiunto e che sogno da quando tutto è iniziato, è proprio il Dio, per me, è il Dio Michael Jordan!

Abbiamo fatto i compiti e sappiamo che Throwback è solo l’incipit di un progetto più ampio e ambizioso, ovvero estendere la filosofia del brand ad altri settori come l’interior design, la musica e il food per renderlo un marchio di lifestyle. Bene, dacci il tuo identikit.

Chi è l’uomo, la donna, il bambino che si ispira e vive di questa filosofia?

Più che un’ispirazione, il concept di Throwback deve far parte del carattere di una persona. Uno può essere affascinato da un concept ma per viverlo, bisogna essere proprio così. Per farti un esempio banale, quando parlo di identikit, mi riferisco a persone come me che, quando sentono il desiderio di ascoltare un pezzo dei Duft Punk, più che metterlo su Spotify, fanno partire il vinile. Ha tutto un altro suono, un altro concetto.

L’appoggiare la puntina sul vinile, l’ascoltare in esclusiva, una serie di elementi che possono essere definiti di “nicchia” ma che poi al pubblico suonano come una cosa assolutamente pop. Quindi più che l’identikit, possono dirti che l’uomo e la donna Throwback amano queste vibes, queste influenze degli anni 80’/90’ e, anche in modo abbastanza nerd, le ripropongo  nella vita di tutti i giorni. Come me che, pur essendo un imprenditore, resto un nerd nel mio più profondo interiore.

E tu, come cerchi di vivere la tua vita?

Dico la verità mi sto dedicando molto alla crescita della mia azienda. Io credo che qualsiasi tipo di carriera imprenditoriale, se fatta ad alti livelli, se si ha una vera ambizione nel voler portare un progetto ad un livello che possa competere nel mondo, pur partendo da paesini piccoli, come nel mio caso, da Cercola, bisogna lavorare il doppio di chi oggettivamente parte da una realtà diversa con più influenze, più occasioni, con più infrastrutture e più contatti.

L’unico vero modo per raggiungere l’obiettivo è lavorare. Non esistono scorciatoie, Il colpo di fortuna serve sempre ma le condizioni per ritenersi fortunati, vanno create e quindi se non si ha veramente quella abnegazione al sacrificio, quella vera, non si raggiunge la meta.

L’unico vero consiglio a chi, come me, vuole intraprendere questa carriera è avere un concetto, svilupparlo, avere un’idea, fare errori perché servono all’esperienza, annullare tutto quello che c’è intorno e dedicarsi soltanto al lancio dell’azienda perché altrimenti si può fare un buon lavoro ma non un lavoro competitivo.

I film spesso sono la macchina del tempo più efficace per viaggiare pur restando ancorati al presente. Vorremmo salutarti con una citazione che speriamo ti porti fortuna:

“Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila”. [Into the wild]

La tua, quale sarebbe?

Da buon nerd potrei citartene diverse ma, se volessi sceglierne una un po’ più di nicchia, sarebbe quella di Rip Hunter, nella serie Dc Comics. Legends of Tomorrow:

Il Destino è nient’altro che la somma delle nostre scelte.”

Grazie per il tuo tempo Pasquale.

A presto.