Cosa significa esattamente la cancel culture? Il termine è entrato a far parte del nostro vocabolario, ma non tutti sanno di cosa si tratta

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Il 2020 è stato un anno indubbiamente complesso e la pandemia con i relativi lockdown ha definitivamente spostato i luoghi dei dibattiti politici e di attualità sulla rete e in particolare sui social network. In particolare la questione della “cancel colture” che si è aperta negli Stati Uniti circa un anno fa non si è ancora conclusa, anzi, è arrivata in Italia trascinando polemiche e incomprensioni.

                       

In realtà sono passati circa sei anni da quando il concetto di “cancel colture” ha iniziato a diffondersi nel mainstream, e da allora, il termine ha subito enormi cambiamenti nel significato e nella funzione cominciando ad apparire sempre più frequentemente sui social media per definire gli utenti che tentavano di “cancellare” o boicottare collettivamente celebrità che commettevano pesanti errori etici.

E di fatti, come concetto, la cultura dell’annullamento è entrata nel mainstream insieme a movimenti di giustizia sociale raccolti in hashtag come #BlackLivesMatter e #MeToo – immense onde social che sono state efficaci nel cambiare narrazioni culturali profondamente sbagliate riguardo a dinamiche vittime – criminali o nel sostenere procedimenti giudiziari reali in casi come quelli di Bill Cosby e Harvey Weinstein (i movimenti #MeToo hanno dato il coraggio a numerose vittime di uscire allo scoperto e testimoniare in casi di violenze e abusi).

Ma ecco che l’autrice di Harry Potter, JK Rowling, ha affrontato intense critiche da parte dei suoi fan da quando ha iniziato a dare voce alle convinzioni transfobiche, e questo l’ha resa una delle persone “cancellate” più in vista e al centro del dibattito sulla “cancel colture”. Ma il continuo sostegno a coloro che apparentemente devono affrontare la cancellazione dimostra che invece di distruggere i mezzi di sussistenza di qualcuno, diventare un bersaglio di critiche e contraccolpi può invece incoraggiare la simpatia del pubblico – L’ultimo libro di JK Rowling è diventato un bestseller.

Da questo episodio però è nata la celebre lettera pubblicata dalla rivista americana Harper’s, firmata da circa 150 intellettuali tra cui Noam Chomsky, la stessa J.K. Rowling, Salman Rushdie e Margaret Atwood, che ha tentato di difendere la libertà di parola come un principio bipartisan radicato in valori condivisi ottenuto al prezzo di guerre e rivolte sanguinose, che rimane negato in molte parti del mondo e richiede una difesa costante, secondo i firmatari.

cancel culture - neomag

Annullamento della cultura

Ecco che quindi c’è da chiedersi se l’annullamento della cultura sia un importante strumento di giustizia sociale o una nuova forma di spietata intimidazione da parte della folla. E se la sola idea di essere cancellato o cancellata funzioni da deterrente per scoraggiare un comportamento potenzialmente scorretto.

Queste domande stanno ricevendo una considerazione sempre più diffusa anche in Italia, poiché l’idea di cancellare la cultura stessa si evolve in una conversazione ampia e seria su come ritenere i personaggi pubblici responsabili del loro eventuale cattivo comportamento.

L’idea della cancellazione era nata come strumento per le comunità emarginate per affermare i propri valori contro personaggi pubblici che avevano mantenuto il potere e l’autorità anche dopo aver commesso un illecito, ma nella sua forma attuale, il dibattito e il significato stesso di “cancel colture” si è confuso.

Negli ultimi anni infatti, molti politici e personaggi di destra hanno sviluppato l’opinione che la “cancel colture” sia una forma di molestia intesa a mettere a tacere chiunque non segua le opinioni comuni.

Ma il concetto di “cancellazione” di una persona riguarda in realtà questioni di responsabilità, su come navigare in una sfera social e pubblica in cui celebrità, politici e altri personaggi pubblici che dicono o fanno cose cattive continuano ad avere piattaforme seguite da migliaia o milioni di utenti e con forte influenza.

La cultura dell’annullamento

Nel 2019, Osita Nwanevu giornalista della rivista statunitense di The New Republic e del New Yorker ha osservato con quale frequenza alcuni media hanno paragonato la cultura dell’annullamento a rivolte politiche violente, che vanno dall’etnocidio alla tortura sotto regimi dittatoriali. Un quadro così esagerato ha però permesso ai media conservatori di rappresentare la cultura dell’annullamento come una questione sociale urgente.

In un recente sondaggio di Fox News, le persone che hanno votato repubblicano avevano più del doppio delle probabilità di sapere cosa fosse la “cancel colture”, rispetto ai democratici e ad altri elettori, anche se nell’attuale concezione dominante della cultura dell’annullamento, i democratici sono di solito quelli che fanno l’annullamento.

Bacio tra Biancaneve e il Principe Biancaneve e i sette nani - Neomag.

“La presunzione che la destra conservatrice abbia indotto così tante persone a fare propria, oltre che a separare la “cancel colture” dalle sue origini nelle comunità queer nere, è un offuscamento delle relazioni di potere delle parti interessate coinvolte”, ha detto alla rivista Vox la giornalista Shamira Ibrahim in una e-mail. “Si è trasformato in un panico morale simile all’essere in grado di rovinare irrevocabilmente i potenti con la semplice pressione di un tasto, quando in realtà non esercita quasi lo stesso potere implicito dalla maggior parte delle élite.”

In altre parole, il modo in cui la cultura dell’annullamento viene discussa nei media potrebbe far sembrare qualcosa da temere ed evitare a tutti i costi, un evento apocalittico che distruggerà innumerevoli vite e mezzi di sussistenza, ma nella maggior parte dei casi probabilmente non lo è. Questo non significa che nessuno sarà mai ritenuto responsabile o che non si continuerà a chiedere a persone potenti di rispondere delle loro trasgressioni. Ma la preoccupazione maggiore è ancora che le persone con troppo potere potrebbero usarlo per cattivi fini.

Ecco che quindi se in origine, la “cancel colture” ha riguardato la correzione degli squilibri di potere e la ridistribuzione del potere a coloro che ne hanno poco, ora sembra che il concetto possa essere diventato un’arma per le persone al potere da usare contro coloro che quello stesso movimento intendeva aiutare.