Il Catcalling è il fenomeno di cui tutti parlano, ma cos’è esattamente e perché non può essere preso come un complimento

Catcalling - neomag.

Quando si parla di attivismo femminista i termini nuovi sono all’ordine del giorno. L’ultimo emerso in rete dopo il victim blaming è il catcalling, argomento di cui si è parlato moltissimo nelle ultime settimane. Se volessimo definirlo come lo fa Urban Dictionary, lo faremmo definendolo come commenti sessuali volgari fatti per strada da uomini a donne, specificando che di solito i commenti riguardano il corpo femminile o una sua parte.

Tuttavia con questo termine non si fa riferimento soltanto ai commenti esplicitamente sessuali, ma anche a fischi e suonate di clacson che una persona (o molto più spesso un gruppo) rivolge a un’altra. Inoltre il termine si riferisce, a nostro parere a tutti. Diamo per assodato che chiunque, infatti, possa fare catcalling, un uomo a un uomo, una donna a un uomo e così via. Anche siamo soliti vederlo da un uomo verso una donna non vuol dire che non possa prendere altre sfere sociali.



Perché ha il nome di catcalling

Si chiama “catcalling” perché ricorda, nemmeno tanto lontanamente, i versi che fatti per richiamare i gatti. Fino a qualche anno fa questo fenomeno veniva definito come una ‘semplice’ molestia da strada, andando a identificare un fenomeno che esiste da quanto tempo esiste il mondo. Pensate che negli anni Sessanta si usava l’espressione “pappagallismo” per identificare lo stesso fenomeno.

Una forma molto simile al catcalling è anche il wolf-whistling (il lupo che fischia). Si chiama così per il cartone Red Hot Riding Hood del 1943, dove il protagonista è un lupo, appunto Wolf, che fischia a Red, una performer di night club versione Cappuccetto rosso. Il wolf-whistling indica quando un uomo fischia due volte per sottolineare che prova attrazione fisica (o interesse sessuale) verso una passante.

Gatti, lupi e pappagalli vanno a sottolineare  la similitudine di questa pratica con quella assunta dagli umani per strada.

Catcalling - neomag.

Va preso come complimento o molestia?

Secondo molte persone abbassare il finestrino e urlare (o fischiare) il complimento che in quel passa per la mente è considerabile come un complimento. In molti ritengono addirittura inutile arrabbiarsi o infuriarsi, pensando che anzi ci vorrebbe un grazie. Quindi pur avendo tutte le caratteristiche per poter essere definito come una molestia da strada, non lo si associa ad un atto di violenza psicologica, cosa che invece, secondo noi, è. Stando ad alcuni studi le motivazioni più frequenti che spingono le persone a fare catcalling sono il flirtare o l’esprimere un interesse sessuale aspettandosi, come risposta, cordialità.

Molestia da strada - neomag.

La molestia del fischio da strada

Il fischio da strada, così comunemente conosciuto, è da considerare a tutti i costi una doppia molestia: può infatti essere fisica (rincorrendo o fermando), ma anche psicologica, facendo sentire le donne, o chi lo riceve e ne è vittima, come deboli e secondi. Succede quindi che l’uomo assume la posizione di superiorità, oggettificando la donna, senza consenso, senza rispetto e soprattutto senza considerare le reazioni possibili. Basti pensare che, stando all’ultima indagine (2018) Istat sulla percezione della sicurezza, il 35,3% delle cittadine italiane non si sente al sicuro quando esce di casa da sola.

La legge come si comporta

Nel 2018 Google ha registrato un picco di ricerche del termine catcalling, perché online si commentava con insistenza la notizia per cui in Francia era diventato un reato punibile con multe da €90 a €1500, grazie a una legge promossa da Marlène Schiappa, Ministra per le Pari Opportunità.

In Italia, invece, la legge non tratta in maniera specifica l’argomento, ma l’art.660 del codice penale ne parla in maniera più generica, punendo “chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo”.